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Caltanissetta. Al Liceo Scientifico gli studenti hanno incontrato il sopravvissuto alla Shoah Sami Modiano.

Redazione 1

Caltanissetta. Al Liceo Scientifico gli studenti hanno incontrato il sopravvissuto alla Shoah Sami Modiano.

Mar, 15/12/2020 - 22:00

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CALTANISSETTA. Il 10 Dicembre, esattamente come 5 anni fa – era il 9 dicembre del 2015 – Sami Modiano (nella foto), uno degli ultimi sopravvissuti alla Shoah, è stato ospite del Liceo Scientifico, seppur solo telefonicamente, per portare la sua testimonianza e parlare della sua vicenda con la classe V della sez. S, collegata a distanza e con il ristretto gruppo di studenti e studentesse, cinque della sezione S del Liceo Scientifico Sportivo( Biagio Arcarisi ,Gabriele Galiano, Valentina Livolsi , Roberta Manzo , Maria Matraxia ) ed uno dell’indirizzo Anglo-cinese sezione L ( Roberto Giordano) , che hanno deciso di partecipare al Concorso “I giovani ricordano la Shoah”, che ogni anno viene bandito dal MIUR sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica e in collaborazione con l’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, “al fine di promuovere studi e approfondimenti sul tragico evento che ha segnato la storia europea del Novecento.”

Il tema scelto per l’edizione di quest’anno è stato il “il ritorno alla vita” di coloro che, sopravvissuti all’orrore nazifascista, hanno dovuto riappropriarsi della propria identità e di tutto quello da cui erano stati strappati al momento della deportazione: affetti, lavoro, amici, consuetudini, casa.

Di tutto questo, e non solo, Sami Modiano è stato e continua ad essere un testimone instancabile e lucidissimo, nonostante l’età avanzata che gli impedisce, assieme all’attuale emergenza sanitaria, di recarsi personalmente nelle scuole per mantenere viva, non il ricordo che, come affermato dal suo amico fraterno Piero Terracina, “si esaurisce con la fine della persona che ricorda il suo vissuto”, ma la memoria che “è come un filo che lega il passato e il presente, è proiettata nel futuro e lo condiziona.”.

L’ incontro è stato preparato dalle docenti di Filosofia e Storia Laura Cumbo e Assunta Gallo Afflitto, in collaborazione con la dott.ssa Sandra Terracina dell’Associazione Progetto Memoria, nata, quest’ultima, proprio da un’idea di Enrico Modigliani e Piero Terracina, con l’intento di promuovere la trasmissione della memoria della Shoah alle giovani generazioni.

Durante il colloquio telefonico il sig. Modiano, oltre ad interessarsi alla vita di ogni studente rivolgendogli domande sulla famiglia e lo studio, ha avuto per ciascuno parole di incoraggiamento, che hanno fortemente contribuito a creare un’atmosfera di sincera e profonda condivisione di quanto, sollecitato dalle domande dei ragazzi, il sig. Modiano ha raccontato di sé e della sua vicenda.

“È stata un’occasione di grande emozione, un’esperienza con rilevanti ricadute sia sul piano educativo che didattico”, ha detto il Dirigente Scolastico, prof.re Vito Parisi, a conclusione della conversazione telefonica tra gli studenti e le studentesse e Sami Modiano, “considerate le difficoltà della didattica a distanza e il clima inedito di vuoto che avvolge la scuola, in cui l’ordinario è diventato straordinario: ritrovarsi per qualche ora nella Biblioteca della scuola per parlare con Sami Modiano di una pagina molto complessa e dolorosa della Storia, cogliere negli studenti presenti e in quelli collegati online un grande interesse, coinvolgimento e tanta voglia di imparare e di riflettere con domande intelligenti, riempie di speranza”.

Anche gli studenti hanno dato voce a quanto ha lasciato in loro la conversazione col signor Modiano; come Biagio Arcarisi il quale ha detto: “ nell’ascoltare la risposta alla mia domanda ho provato tanti sentimenti contrastanti: rabbia per quel periodo buio della Storia, grande commozione e ammirazione per Sami che, nonostante l’età avanzata, continua a dare con determinazione la sua testimonianza che arriva al cuore e soprattutto ho compreso di avere anch’io, come ciascuno di noi, la responsabilità e il dovere di non dimenticare”. E Roberta Manzo: “Questa esperienza è stata molto emozionante, un ‘occasione unica e irripetibile. Mi ha colpito molto il dolore e la disperazione che il signor Modiano prova ancora per tutto quello ha dovuto vivere e vedere come, nonostante il tempo passato, la sofferenza sia in lui ancora così viva”. Gabriele Galiano ha così commentato: “Ho avuto l’onore di parlare con il signor Sami Modiano, è stato tutto molto emozionante e significativo. La conversazione mi ha permesso di riflettere sugli orrori della guerra. Ho trovato di grande valore il suo impegno, la sua missione nella testimonianza, affinché gli orrori del nazifascismo non vengano dimenticati.

E qui di seguito le parole di Roberto Giordano, lo studente che si è dedicato in modo approfondito allo studio dell’esperienza di vita di Sami Modiano: “Dopo aver studiato a lungo la figura del sig. Modiano, aver potuto confrontarmi direttamente con lui è stato per me un onore oltre che un importante momento di riflessione, che mi ha molto aiutato a comprendere la sua testimonianza e quelle di tutti gli altri sopravvissuti alla Shoah. Importante è il messaggio che ci ha lasciato e che continua a lasciare a tutti gli studenti che incontra e che noi facciamo nostro: la storia non va dimenticata affinché non si ripeta.

E Maria Matraxia: “Anche per me è stato un onore partecipare all’incontro con Sami Modiano, ormai uno degli ultimi sopravvissuti ai campi di concentramento, ancora vivente, sentirlo anche solo con una telefonata; le sue parole sono arrivate dritto al mio cuore, facendomi capire quanto io sia fortunata. Questa esperienza è stata per me unica, indimenticabile e mi ha fatto molto riflettere: ascoltando le parole di Sami ho capito quanto noi giovani di oggi siamo fortunati ad avere una famiglia, ad avere l’opportunità di istruirci e soprattutto di essere persone libere.

Purtroppo però, come ha anche detto Sami, esistono ancora oggi molte forme di pregiudizio che possono portare alla violenza e all’odio; ci ha detto che noi giovani abbiamo il dovere di vigilare e di lottare. Sami ci ha anche assegnato il compito di raccontare la sua storia affinché nessuno possa rivivere quell’orrore”. Infine Valentina Livolsi: “L’incontro con Sami è una spinta per continuare a lottare per un mondo migliore. Sami sente di avere una missione in questo mondo e ci lascia un messaggio di speranza: trasmettere la sua testimonianza affinché non si ripeta mai più quello che è successo”.

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