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Le tessere ed il mosaico : “Qua la mano!”

Don Salvatore Callari

Le tessere ed il mosaico : “Qua la mano!”

Dom, 29/11/2020 - 08:15

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Don Salvatore Callari

PAROLE SULL’UOMO -: QUA LA MANO !! si sentiva proclamare in passato, io credo, con più frequenza di oggi. Alle parole seguiva una vigorosa stretta delle mani e un moto sussultorio delle medesime. Poteva sembrare, e forse lo era, un gesto non raffinato magari facilmente censurabile dal bon ton . Eppure era un momento di “elevato senso umano”, quasi la proclamazione dell’essere uomo, con una dignità e una fierezza che qualifica l’uomo come tale, nella sua più lucida identità. Si usava per ratificare un accordo, per concludere positivamente un affare, per solidificare una promessa. E’ proprio il caso di evocare Diogene e la sua lanterna per “trovare un uomo “ ? Ed è chiaro capire che non è facile trovare un “vero uomo” dotato della nobile qualità di usare le parole nella verità e di seguirle in pratica , “mantenendo” la parola. Non vogliamo generalizzare tanto da pensare che l’umanità sia fatta solo di bugiardi, di farfalloni, di mistificatori, di illusionisti, che tradiscono la correttezza, la dignità, il proprio onore. Sappiamo per triste esperienza che ci sono molti abili ad ingannare, illudendo col mentire, con aria spavalda di millantatori, a danno dei più sprovveduti e della comunità. Quanti cercano, con avidità la gloria ,e il potere, le ricchezze, gli agi e il lusso. Costoro che si propongono come portatori di speranze e utopie usando sfrontatamente parole lusinghiere nelle quali trovano il veicolo per arrivare a soddisfare le proprie ambizioni. E se tutto questo trova fecondo terreno nelle sfere più alte, socialmente e istituzionalmente, specie in certe occasioni, non teme di coinvolgere anche le fasce più popolari e umili, gente comune. Io credo che tutti incontriamo sulla nostra strada, chi, senza pudore, non rispetta gli impegni, la parola data, con danno della comunità e dei singoli anche se spesso si tratta di danni di piccole dimensioni: nel commercio, nei servizi pubblici, col mancato adempimento dei propri doveri, oltraggiando ogni senso di responsabilità, nei riguardi del bene comune. Senza paura di “ perdere la faccia” E però quale intima soddisfazione per la “esistenza” dell’uomo “ giusto”, onesto, generoso, pronto anche al sacrificio della vita, per difendere dalla violenza, dalla sopraffazione ingiustificabile, dalla palese ingiustizia, dalla arroganza. E’ facile, io credo, leggere in trasparenza, le parole, per capire che c’à una realtà che ci minaccia, ci illude, ci danneggia. Potremmo dire che si ha la sublimazione dell’essere uomo secondo i disegni del Creatore, del rispetto delle giuste leggi, e magari avranno pregato col Salmo ;” Mettimi Signore, sulle labbra le parole vere” E Gesù ammonisce : “ sia il vostro parlare, si, si, no, no “ Il resto viene dal maligno. E ancora, poter dire “ dilexi iustitiam et odivi iniquitatem”, cioè: ho amato la giustizia e ripudiato l’iniquità.

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