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Giornate FAI a Sommatino, Palazzo Chinnici: un piccolo gioiello salvato

Michele Spena

Giornate FAI a Sommatino, Palazzo Chinnici: un piccolo gioiello salvato

Sab, 24/10/2020 - 00:58

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Nel cuore del centro storico dell’ex paese zolfifero rinasce, dopo un accurato restauro, l’antico palazzo Chinnici. La coraggiosa operazione si deve allo storico Filippo Falcone.

Come è noto sino al 25 ottobre in tutta Italia sono in corso le Giornate FAI, alla scoperta dei piccoli e grandi luoghi straordinari del nostro Paese.

Il nostro territorio, assieme ad importi beni architettonici, presenta anche piccoli gioiellini, magari sconosciuti ai più. E’ il caso di Casa Falcone, nel pieno centro storico di Sommatino.

In un momento in cui i centri storici si spopolano, in controtendenza è andata invece la scelta di Filippo Falcone, scrittore di storia, che ha voluto recuperare un antico palazzo nel cuore del paese.

I documenti indicano che l’immobile fu costruito tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento, per volontà di don Luigi Chinnici. Il piano nobile presenta, ancora oggi, tetti decorati, porte intarsiate e pavimenti in maiolica, mentre il portale d’ingresso, in pietra intagliata, proviene dalla seicentesca chiesa della Madonna dell’Itria, acquistato all’inizio del Novecento dal Chinnici.

Delle vicende del palazzo si sono occupati gli architetti Calogero Incardona e Francesco Tricoli (che ne hanno anche curato i lavori di restauro), che nel libro “I luoghi della memoria” scrivono: “Il piano superiore presenta paraste binate di colore ocra che si interrompono nel fregio dove si alternano motivi floreali e geometrici e il tutto completato da un interessante cornicione”.

L’immobile, sino a qualche anno fa in stato di completo abbandono, fu acquistato da Filippo Falcone, che lo ha fatto restaurare e oggi ci abita con la famiglia.

Gli originari proprietari, la famiglia Chinnici, erano arrivata a Sommatino nella metà del Settecento, proveniente dal palermitano, con molta probabilità, da Piana dei Greci (oggi Piana degli Albanesi) per svolgere funzioni amministrative nelle terre e nelle zolfare del principe di Trabia, conte di Sommatino. Alcuni dei loro componenti, tra Ottocento e Novecento, ricoprirono nella comunità ruoli importanti: esattori, amministratori comunali, uomini di chiesa, regi giudici, sindaci e consiglieri provinciali.

I diversi rami della famiglia ebbero varie proprietà terriere ed immobili, tra cui il detto palazzo che, dopo il suo restauro, è oggi ritornato nel pieno del suo splendore.

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