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Caltanissetta: “Divide et Impera” ed il gioco è fatto

Sergio Cirlinci

Caltanissetta: “Divide et Impera” ed il gioco è fatto

Mar, 11/08/2020 - 11:27

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Sono anni che amministro gruppi social e di conseguenza osservo, magari più di altri o in maniera diversa, post e commenti. Mi spiace dirlo ma non sono per nulla soddisfatto di come la comunità nissena “ragiona” ed interagisce. Si scrive e si commenta tanto, ma alle parole scritte, purtroppo, spesso non corrisponde una realtà fatta di gesti o comportamenti, che spesso sono poco civili. Non è una novità se dico, e non sono certamente il solo, che l’ipocrisia e la mancanza di onestà intellettuale, a vari livelli, sono elementi che ci contraddistinguono molto, ma anche queste caratteristiche, presente fortunatamente in tante altre realtà, hanno delle chiare motivazioni. Dico ciò perchè ho da sempre creduto nei gruppi social locale, cosa ben diversa dal giornalismo, che è altro anche se dovrebbe essere un po’ più “impegnato”, infatti, soprattutto nel giornalismo on line, ci sono parecchi articoli, ma in alcuni c’è poca o nessuna onestà intellettuale/coerenza, sia chiaro non in tutti.

Tornando ai social, penso che essi sono molto utili alla comunità, spesso infatti si discutono fatti e notizie che alcune volte non vengono ripresi dai media o si commentano articoli giornalistici; inoltre dovrebbero servire come scambio di idee, pareri ed essere anche, per non dire soprattutto, da stimolo e da pungolo, con le giuste ed “educate” critiche, nei confronti della classe politica tutta, per puntare, solo ed esclusivamente ad un miglioramento della nostra città e delle nostre condizioni di vita e non per essere utilizzato come veicolo pubblicitario per mettere in mostra i “propri” o servire da vetrina per gli attuali e potenziali politici. Ma quello che mi delude principalmente è il come ci si relaziona; si attaccano infatti gli “avversari” politici e non, senza neanche leggere bene quello che è stato scritto o fatto e spesso travisando fatti e notizie, con il rischio, già successo, che spesso si portano a casa solo gran brutte figure. Pur di difendere o attaccare delle volte non si argomenta neanche quello che si sostiene; se uno dice bianco, l’altro si sente “in dovere” di rispondere nero, per non parlare di quando poi, non avendo argomentazioni, si passa alle offese o si tenta a tutti i costi di screditare e denigrare.

Quello che dovremmo capire tutti è che quando si parla di certe tematiche, sulle quali tutti dovremmo essere uniti e concordi, mi riferisco ad esempio alla sanità locale, alla viabilità, al decoro urbano, alla sicurezza etc., tutti noi dovremmo fare fronte comune, senza guardare a nessun colore politico o “amico”, mentre spesso, per non dire quasi sempre, ci si schiera a favore o si va contro a quella parte politica che dovrebbe decidere, a prescindere da quel che di buono o cattivo stia facendo e, cosa peggiore, si va contro chiunque lanci un’idea o un’iniziativa per il sol fatto di non essere mio “amico”. Insomma è il classico detto che “un occhio non può vedere l’altro” o, per i “palati fini”, onestà intellettuale. Molti ad esempio sulla sanità locale tacciono e le motivazioni sono semplicemente e banalmente solo due. Il primo è il temere di doverne un domani avere di bisogno ed il secondo per non farsi “richiamare” dalla parte politica amica che “gestisce” il servizio. Non parliamo poi del tema immigrazione/accoglienza, su questo tema la contrapposizione politica raggiunge i massimi livelli. Giuste e sacrosante le preoccupazioni dei cittadini, ma molti attaccano per pura propaganda politica e non con l’intelligenza di chi dovrebbe capire che siamo davanti ad una emergenza difficile da gestire e che è troppo facile dire “NO” senza proporre alternative, se non quelle di respingerli, abbandonandoli e condannarli però a morte certa. I politici locali, per non distinguersi, su certe tematiche tacciono anche loro, ed anche qui il silenzio è legato a chi fa o dice cosa; poi ci sono quelli che fanno sempre gli “amici con tutti”, non certo per carattere ma per puri scopi puramente personali, abbonè qualche nomina o incarico; altri parlano solo per elogiare il loro referente qualsiasi cosa faccia o dica, mentre sono pronti a scagliarsi contro l’avversario anche se fa cose meritevoli. Ma le problematiche che affliggono la nostra città sono tante e meriterebbero maggiore coesione per far fronte comune, problematiche nuove ma anche vecchie, come anche “misteri” irrisolti da anni. Se da un lato si fa un gran parlare dell’acqua, capisco che non ci eravamo abituati, ma se la distribuzione oggi è giornaliera va riconosciuto il merito a chi c’è riuscito e non a chi ci ha solo tentato, anche se a loro ne va dato atto, ed invece anche su questo argomento si fa la corsa alla rivendicazione. L’avere l’acqua non deve essere però considerato un “miracolo” o una bandiera da sventolare ad ogni occasione, dovrebbe essere considerato un buon risultato ed una cosa normale e civile essendo che viviamo nel 2020.

Altre importanti problematiche sono Piscina e debito ATO, due grosse patate bollenti che questa amministrazione si trova a pelare, patate sicuramente ereditate o messe a bollire da altri, ma sulle quali anche il “nuovo chef” stenta a toglierle dal fuoco e di questo bisognerebbe capirne il perchè. O si è certi di star lavorando bene e di essere sulla strada giusta, quindi si dimostrerà che si è agito nel pieno interesse dei cittadini, o la patata è talmente bollente che si aspetta che si raffreddi ancora un po’, per evitare scottature. Insomma si da l’impressione di continuare con l’andazzo delle vecchie amministrazioni. Speriamo tutti che sia solo un’impressione e che a breve anche queste problematiche vengano risolte, anche e soprattutto per capire chi in questi anni ha detto cose vere o ci ha preso in giro, facendo furbescamente prendere certe decisione a chi veniva dopo…il classico “cu veni darrì cunta i pidati “. Intanto il tempo scorre e si continuano a mandare avvisi per tasse comunali, a loro dire non pagate o non completamente, mentre ci sono appuntamenti fino al 2021 per risolvere problematiche legate allo scorso invio. Forse non basta solo cambiare i politici, ma anche alcuni “burocrati/dirigenti”, che, a quanto pare, potrebbero essere i veri protagonisti/responsabili di certi “misteri”, ma, anch’essi, misteriosamente restano sempre al loro posto. Insomma, noi cittadini parliamo, denunciamo, litighiamo, ma nulla cambia. Addirittura, sempre per invidia, ipocrisia o fastidiosa e stupida concorrenza, non capendone neanche il perchè, alcuni amministratori di gruppi fanno quasi a gara per criticare coloro che hanno il coraggio, a differenza loro, di “denunciare” le tante cose che non vanno; loro probabilmente si sentono i migliori…anche se vorrei capire “de che”, ed arrivano pure a criticare per il troppo “livore” o “mancanza di sensibilità”(cit.), come se loro fossero un convento tibetano ed un gruppo di meditazione filosofica. Allora mi chiedo che senso ha tutto ciò, che senso ha dare la soddisfazione a tanti che pensano “lassatili parlari” o peggio, come successe lo scorso anno durante la competizione elettorale, fare e minacciare querele, cadute, come era prevedibile, poi nel nulla, se poi nulla cambia ed i problemi non solo rimangono, ma in alcuni casi si acuiscono ? La libertà di espressione e critica sono garantite dalla nostra Costituzione, ma spesso servono solo a scrivere fiumi di parole, come queste, che a nulla o a poco servono. Quando capiremo che noi cittadini meritiamo più rispetto e servizi da coloro che ci governano, ai tutti i livelli, gente che abbiamo eletto e mandato noi a rappresentarci, allora forse potremo vederci riconosciuti quei diritti che loro ci spacciano per “favori”. Ma se ci dividiamo giornalmente anche sul più stupido argomento, per proteggere il nostro politico di riferimento o la nostra “fazione”, per dimostragli fedeltà, allora faremo solo il loro gioco, ed in più ci vedranno non come cittadini a cui rispondere del loro operato, ma come “zerbini” o “cagnolini” sempre scodinzolanti dietro la loro porta, pronti ad accontentarci anche di un tozzo di pane duro se c’è e se non c’è, aspetteremo in silenzio che venga il nostro turno. Riflettiamo gente siamo noi ad averli fatti diventare politici, loro senza il nostro voto, sarebbero rimasti quello che erano prima di essere eletti, mentre alcuni oggi e per colpa nostra, si sentono “statisti”. Molti degli attuali nostri rappresentanti non meritano non solo la responsabilità di cui li abbiamo investiti, ma neanche e soprattutto un solo euro di quello che percepiscono, che ricordo essere nostri soldi. Ricordate che per loro è importante il “Divide et impera”, “locuzione latina secondo cui il migliore espediente di una qualsiasi autorità per controllare e governare un popolo è dividerlo, provocando rivalità e fomentando discordie”
Ad Maiora