Salute

Nel nisseno, vendita senza autorizzazione: sequestrate 330mila cartine e filtri. Denunciati 4 cinesi

Redazione

Nel nisseno, vendita senza autorizzazione: sequestrate 330mila cartine e filtri. Denunciati 4 cinesi

Ven, 12/06/2020 - 09:05

Condividi su:

Nei giorni scorsi i militari del Gruppo di Gela hanno sequestrato oltre 330 mila accessori per tabacchi da fumo, tra filtri e cartine, destinati alla vendita al pubblico ed aventi un valore commerciale complessivo di alcune migliaia di euro.

Le Fiamme Gialle gelesi, nell’ambito dei servizi di controllo del territorio, hanno fatto accesso presso svariate attività commerciali individuando quattro esercizi, situati nei comuni di Gela e Mazzarino gestiti da altrettanti soggetti di nazionalità cinese, sprovvisti della necessaria autorizzazione per la vendita di detti prodotti.

Si tratta di interventi eseguiti alla luce delle modifiche apportate dalla Legge di Bilancio 2020 (n. 160/2019) che, dal 1° gennaio di quest’anno, ha introdotto un’imposta di consumo sui prodotti accessori al consumo dei tabacchi da fumo, consentendone la commercializzazione solo alle rivendite autorizzate, in possesso della licenza rilasciata dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli.

I rappresentanti legali delle imprese controllate, sprovvisti della prevista autorizzazione e che avevano continuato a porre in vendita indebitamente i predetti articoli per fumatori, in evasione delle accise, sono stati denunciati alla Procura della Repubblica di Gela per il reato di contrabbando, previsto dal testo unico sulle leggi doganali e rischiano una sanzione pari a 5 euro per ogni grammo convenzionale di prodotto (per convenzione di legge, ogni cartina e ogni filtro sequestrati hanno un peso pari a un grammo ciascuno), oltre alla pena della reclusione da due a cinque anni.

Inoltre, la contestuale segnalazione alla competente Agenzia delle Dogane e dei Monopoli potrà comportare l’applicazione delle sanzioni accessorie che possono prevedere, oltre quella a carattere pecuniario da 5 a 10 mila euro, anche la chiusura dell’esercizio per un periodo non inferiore a cinque giorni e non superiore ad un mese.

La specifica attività di servizio rientra, nel contesto delle linee strategiche del Corpo, nell’azione di prevenzione e contrasto alla commissione degli illeciti nel settore delle accise e delle imposte di consumo.