Salute

Stipendi di 600 euro per alte cariche dello Stato e dirigenti, la bufala corre su Whatsapp

Redazione

Stipendi di 600 euro per alte cariche dello Stato e dirigenti, la bufala corre su Whatsapp

Mer, 25/03/2020 - 01:35

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C’è un documento, dal titolo “Decreto 24 marzo Presidente consiglio riduzioni stipendi pubblici alte cariche” che nelle ultime ore sta circolando su WhatsApp. Il pdf riporterebbe in anteprima la Gazzetta ufficiale di domani in cui ci sarebbe la pubblicazione di un decreto del presidente del Consiglio firmato oggi che imporrebbe la riduzione degli stipendi delle più alte cariche dello Stato, nonché di tutti i dipendenti pubblici dello Stato Italiano con stipendio annuo lordo superiore 54mila euro, a 600 euro per rispondere all’emergenza coronavirus. E specifica: “Il Presidente del Consiglio dei Ministri decreta che le somme derivanti dal risparmio che verrà a determinarsi, sarà destinato per il 15% alle spese del personale e fondi necessari al Dipartimento della Protezione Civile – Presidenza del Consiglio dei Ministri e per la restante parte, pari al 85%, al finanziamento della spesa sanitaria al fine di investire nella ricerca scientifica e tecnologica e nell’ampliamento ed incremento nazionale delle strutture sanitarie ed ospedaliere. Si rimanda ai decreti attuativi di prossima emanazione al fine di definire nel dettaglio ripartizione del risparmio da destinare allespese da finanziare”. Il documento è un falso.

Partiamo dall’impaginazione. Già nella testata si notano una serie di differenze con la Gazzetta ufficiale: dal font alla mancanza del numero e dell’anno della pubblicazione, fino alla scritta in cima “edizione straordinaria” che rimpiazza il tradizionale “Serie generale”, che indica che si tratta della Gazzetta pubblicata quotidianamente con tutti gli atti normativi ed amministrativi emanati sia dalle Amministrazioni centrali dello Stato, che da quelle periferiche. Continuando, poi, mancano altre indicazioni fondamentali, come il sommario, e i numeri di pagina, che, anziché essere indicati in numeri romani nel piè di pagina, sono riportati in cifre arabe poste in alto a destra.

Di prove a supporto che si tratti di un’imitazione ce ne sono altre nel testo: dalle firme ai riferimenti normativi, generici e copiati maldestramente dagli ultimi decreti del governo. Oltre a ciò si aggiunge che il presunto porvvedimento sarebbe retroattivo al 23 febbraio. Ma, soprattutto, manca una qualsiasi fonte, se non ufficiale, quanto meno autorevole, che attribuisca veridicità al provvedimento trattato. Del resto, lo stesso presidente del Consiglio Conte, durante l’ultima conferenza stampa sui provvedimenti del governo, non ha fatto alcun riferimento al decreto in questione.

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