Salute

Rassegna stampa. Caltanissetta, morire al tempo del Covid-19: oltre 50 decessi in città, quasi tutti senza funerale

Giuseppe Scibetta - La Sicilia

Rassegna stampa. Caltanissetta, morire al tempo del Covid-19: oltre 50 decessi in città, quasi tutti senza funerale

Mer, 25/03/2020 - 09:52

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CALTANISSETTA – «E’ stato come vivere in un film di fantascienza, vissuto in una situazione inimmaginabile… Al dolore per la perdita di mio fratello Enzo si aggiungeva una profonda tristezza per la situazione che stavamo vivendo…»: racconta così Toti Bruno la dipartita del fratello Enzo avvenuta nei giorni in cui imperversa l’epidemia del coronavirus e sono rigorosamente vietati gli assembramenti di persone, e quindi anche i funerali in chiesa. Una situazione, che dalla prima settimana di marzo, ha coinvolto decine di famiglie nissene che hanno accompagnato al cimitero i loro cari deceduti, senza le tradizionali esequie.

«Enzo, che aveva 81 anni, era particolarmente conosciuto in città ed in provincia anche per la sua lunga attività di dirigente dell’allora Commissione provinciale di controllo – racconta Toti Bruno, 66 anni già informatore scientifico – per cui in questa occasione oltre ai familiari ed agli amici avrebbe avuto tante persone che avrebbero voluto rendergli omaggio partecipando anche ai suoi funerali. Invece, nella casa del commiato, dove è stata sistemata la bara subito dopo la sua morte, c’eravamo solamente io e, a debita distanza, la sola figlia Ilaria arrivata con non poche difficoltà da Catania poiché ha pure dovuto chiedere il pass alla Polizia. L’unica consolazione è stata quella della benedizione alla salma impartita dal sacerdote don Pietro Riggi. E’ terribile morire così, nella desolazione più totale, senza nemmeno il conforto dei parenti, in una atmosfera molto fredda e distaccata, quasi inumana. Per noi tutti è stata una esperienza oltre che dolorosissima anche brutta…».

«Così come è stato bruttissimo anche l’accompagnamento al cimitero Angeli – dice ancora rattristato Toti Bruno, molto conosciuto anche lui a Caltanissetta per la sua passione per la musica e per l’impegno nel sociale – constatare che le strade erano completamente vuote così come non le avevo mai viste, una sorta di città fantasma anche perché in giro non c’era un’anima viva; sembrava una scena paradossale ed inverosimile. Pensavo poi a mio fratello che, dopo una vita vissuta come la sua, non meritava di fare una così, quasi completamente da solo. E tutto questo moltiplica la nostra sofferenza …».

CONFORTO SPIRITUALE. «C’è sempre una vicinanza spirituale – ricorda don Mario Alcamo, parroco della chiesa di San Biagio – anche se al momento è opportuno non realizzare quella fisica. In questi casi c’è grande tristezza da parte dei parenti e degli amici anche perché non possono partecipare al funerale e ricevere i sacramenti, ma il nostro legame va ben oltre di quello della carne. La comunione spirituale ha un valore molto più alto e ci riconduce ai veri valori della nostra Chiesa. In questo periodo manca anche l’aggregazione e la preghiera fatta insieme agli altri, ma per fortuna adesso i sono i mezzi e gli apparecchi che ci consentono di vivere questi momenti con uguale fede e devozione, Infine va ricordato che ogni giorno pensiamo con le nostre preghiere a chi non c’è più, a chi ha perso i propri cari, a chi è “in prima linea” per guarire gli ammalati, a chi sta assicurando i servizi anche a chi è da solo. Per chi poi non riceve il conforto dei sacramenti c’è sempre il conforto della Chiesa».

MOLTI ANZIANI DECEDUTI NELLE ULTIME SETTIMANE. «Fortunatamente non abbiamo registrato sino ad ora situazioni diverse dal solito – racconta mentre si trova in sevizio nei locali dell’ex distretto militare l’architetto Michele Lo Piano, responsabile dei servizi cimiteriali del Comune di Caltanissetta assieme a Salvatore Lombardo, due custodi due amministrativi – e, ovviamente, speriamo che continui così, anche se il coronavirus ha già fatto una vittima in città. In quest’ultimo mese infatti abbiamo avuto una media di tre decessi al giorno; nell’ultimo mese sono stati una cinquantina di morti, che abbiamo potuto sistemare normalmente, utilizzando tra l’altro dei locali rimasti precedentemente vuoti. Il nostro augurio è quello che tutto vada per i meglio anche per il futuro…»

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