Salute

“Je suis Caltanissetta”: festival dell’ipocrisia

Sergio Cirlinci

“Je suis Caltanissetta”: festival dell’ipocrisia

Mar, 17/12/2019 - 15:36

Condividi su:

CALTANISSETTA – E’ bastata la pubblicazione dei dati sulla qualità della vita 2019, dove la provincia di Caltanissetta, non la città, è risultata essere l’ultima in classifica, per assistere sui social al festival dell’ipocrisia, ipocrisia che non mi stancherò mai di dire essere una della caratteristiche di questa nostra città. Tutti, o quasi, pronti e bravi a trovare soluzioni, a mettersi a disposizione, a dire la propria, insomma tutti “Je suis Caltanissetta”. Nessuno però che abbia detto certe verità, come il fatto che molti giovani e non, fuggono in cerca di lavoro e soprattutto, ecco l’ipocrisia, nessuno che dice come si è arrivati a questo triste primato. Oggi tutti a parlare di rilancio, di coesione, del famoso tutti insieme per il bene della città. Leggere tutto questo, insieme alle immancabili accuse all’attuale amministrazione e allo scaricare le colpe per il triste primato alle altre città della provincia, mi ha dato un’enorme fastidio, amareggiato e deluso nel leggere certi commenti che sanno solo dare le colpe agli altri mentre noi cittadini, quelli a cui il pane non manca, stiamo a nascondere la polvere sotto al tappeto.

Il vecchio detto “cu è saziu nun po’ cridiri a cu è a diunu”, oggi trova la sua miglior esplicazione. Peccato però che i “sazi” siamo anche passivi e succubi, è nel nostro DNA, formatosi dal tempo delle miniere, abituati ad avere padroni a cui non dir nulla e lo dimostra che non riusciamo a far valere neanche i nostri diritti, incapaci nello scendere in piazza per l’acqua, per la viabilità, per i disservizi al pronto soccorso, per la mancanza di lavoro e tanto altro ancora. Pur sapendo di essere tacciato come il solito criticone e lamentoso, non posso esimermi dal dire che il leggere certi commenti mi ha fatto venire il voltastomaco. Dimentichiamo chi siamo e cosa facciamo giornalmente, noi siamo quelli che sporchiamo la città, quelli che parcheggiamo “ad mentula canis”, che non rispettiamo le regole del vivere civile, ma soprattutto siamo quelli, il quelli è in generale, che abbiamo eletto quasi sempre le stesse persone, dimenticandoci che loro sono i primi responsabili, seguiti a ruota da alcuni nostri concittadini, gli amici, che ne hanno tratto grandi vantaggi ed anche da chi li ha “gonfiati” e coperti mediaticamente, facendoci leggere i loro comunicati/spot, ma mai si son permessi di criticarli quando alle promesse non si sono poi susseguiti i fatti, compito che purtroppo devo dire, e qualcuno storcerà per questo il naso, è toccato fare ai cittadini sui social, ecco perché stiamo antipatici a molti e molti vorrebbero tacitarci anche ricorrendo a mezzucci.

Ci siamo forse dimenticati di quei politici che per anni hanno usato il nostro territorio solo ai fini elettorali, dimenticandosi di noi subito dopo le elezioni ? Ci siamo forse dimenticati di quei cittadini che, grazie alla politica, hanno fatto carriera ed avuto favori per se o per i loro amici e parenti, nonché prebende e tanto altro? Ci siamo forse dimenticati di un sistema che, dalle risultanze processuali, avrebbe condizionato il nostro territorio rendendolo succube, favorendo anche qui gli amici e distruggendo chi solo osava contrastare ? Dico ci siamo dimenticati di tutto questo o come al solito è meglio pigliarsela con chi mette in evidenza tutto ciò ? Oggi però tutti innocenti ed in più, facendo finta che non sia successo nulla, dobbiamo dimenticare tutto il passato e stare “vicini vicini”, stringerci in un simbolico abbraccio per risollevare le sorti della città; il tutto magari mettendo da parte appartenenze politiche, interessi ed idee diverse, pressioni e rivalità, preconcetti e voglie di rivincite. Noooo, sarebbe troppo bello. Capisco il clima natalizio, dove obbligatoriamente tutti dobbiamo essere più buoni e dove tutti dobbiamo volerci bene….ma a chi la raccontiamo questa favoletta ?…smettiamola e facciamo i seri. Ma se giornalmente leggiamo attacchi feroci nei confronti di questa amministrazione, che in soli sette mesi ha avuto la principale colpa di non aver saputo moltiplicare i pani e i pesci e fare i miracoli. Attenzione questa amministrazione andrà giudicata e se è il caso anche criticata, ci mancherebbe altro e questa non vuole essere una difesa/assoluzione, ma almeno lasciamogli il tempo e non gli addebitiamo colpe che risalgono al passato. Per non parlare chi paragona l’attuale risultato a quelli di sindacature del secolo scorso, facendo finta di non capire il cambiamento storico e soprattutto economico.

Continuiamo giornalmente a leggere attacchi per un contributo non concesso, per la scelta di una ditta piuttosto che un’altra, ad insinuare favoritismi, a leggere comunicati al vetriolo, illazioni di ogni tipo, attacchi di ogni genere anche sul personale …Tutto passato ? Tutto dimenticato, sol perché siamo ultimi ? Se è vero inoltre che la natura umana porta alle contrapposizioni, all’avere idee diverse, all’essere diversi, cortesemente non scriviamo frasi da “Baci Perugina”, non ci crede nessuno, al limite possiamo e dobbiamo auspicare una distensione tra le varie parti, ad un maggior spirito di collaborazione, ma tutto sto “volemose bene” non è normale…è solo ipocrisia”. E’ chiaro che anche l’attuale amministrazione deve darsi una mossa, ed anche velocemente, fare la sua parte nell’ascoltare ed aprirsi a tutti, perchè sarebbe un grave errore chiudersi a riccio, ma se si vuole collaborare dobbiamo innanzitutto abbassare i toni, essere propositivi e non disfattisti ad ogni costo, ricordandoci che le contrapposizioni ad ogni costo, nella vita e soprattutto in politica, non sono mai positive e non giovano sicuramente al bene comune. Comunque voglio sperare che si possa nel più breve tempo risalire dall’ultimo posto per il bene dei nostri ragazzi e di chi cerca un lavoro, mentre oggi sono costretti ancora ad andar via. Vedremo inoltre, se tutto questo mettersi a disposizione è veramente amore per la città o l’ennesima ipocrisia, magari per cercare di entrare dalla finestra essendo usciti dalla porta principale.
Ad Maiora