Ogni giorno è una occasione buona, per chi vanta parecchi amici su Facebook, per trovarsi il solito messaggino a margine che ci ricorda il compleanno del Pinko Pallino di turno. Una prassi che ha fatto perdere, un po a tutti, l’abitudine di segnare sulla nostra agenda privata i compleanni di chiccessìa, perchè tanto ci sono i social a farci da promemoria.
Quelli che anelano a diventare i primi, e attendono la mezzanotte per scrivere in bacheca “sono il primo della lista”, quelli che ti tirano le orecchie, ti danno del vecchiaccio e ti mandano la fotografia con i pupazzetti e i palloncini. Non mancano mai coloro che vanno sui motori di ricerca per trovare la frase ad effetto, esclusivamente riciclata e abusata, per cercare di sorprendere il festeggiato e strappare più “mi piace” possibili. Poi c’è sempre la categoria di quelli che promettono che “ci sentiamo a breve” o ” ti chiamo dopo” e poi puntualmente non chiamano mai.
Quelli che scelgono scientificamente gli amici “importanti”, quelli famosi, ai quali fare gli auguri con l’obbiettivo di dimostrare agli altri (gli amici sfigati, ), che si hanno rapporti con l’elite della società.
E che dire della classica frase delle ore 22,00, con il solito ringraziamento per tutti coloro che “mi hanno pensato in questo giorno importante” accompagnato con il classico “siete tantissimi”, per far notare a chi legge quanti amici si hanno e quanto il mondo ti adori. Ma è vera gloria ? Non sarà che questa prassi sia ormai diventata stucchevole e abusata, e che non sia diventata per tutti una vera scocciatura, un protocollo da adempiere per salvare solo le apparenze? Oggi l’ansia da bacheca augurale sta cogliendo un po tutti.