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Nel nisseno, picchia la convivente: intervento dei carabinieri, arrestati padre e figlio per detenzione illegale di armi

Redazione

Nel nisseno, picchia la convivente: intervento dei carabinieri, arrestati padre e figlio per detenzione illegale di armi

Mer, 12/09/2018 - 12:46

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Ai polsi di padre e figlio (entrambi pregiudicati), sono scattate le manette per detenzione illegale di armi comuni da sparo e detenzione di armi clandestine: si tratta di Alfonso Gangi, di 64 anni, e di Antonio Marco Gangi, di anni 34. Gli arresti sono avvenuti nella serata di martedì 11 settembre, ad opera dei Carabinieri della Stazione di Santa Caterina Villarmosa, con la collaborazione dei militari della Tenenza di San Cataldo e del Nucleo Operativo e Radiomobile di Caltanissetta

Intorno alle ore 13.00, i Carabinieri di San Cataldo e di Santa Caterina Villarmosa erano intervenuti presso l’abitazione di Antonio Marco Gangi, perchè era stato segnalato un violento alterco tra l’uomo e la convivente. Giunti sul posto i militari dell’arma hanno accertato un litigio in atto, sfociato in percosse: la donna è stata accompagnata in ospedale a Caltanissetta per gli accertamenti del caso.

In seguito all’intervento i Carabinieri decidevano di eseguire una perquisizione domiciliare, estesa poi a tutte le proprietà del 34enne e del padre Alfonso, tra i comuni di Santa Caterina Villarmosa, San Cataldo e Caltanissetta.

Duranti queste perquisizioni, cui alla fine hanno partecipato una ventina di Carabinieri giunti in rinforzo dal Comando Provinciale di Caltanissetta, veniva rinvenuto un piccolo arsenale illegale, costituito da un fucile Breda calibro 12 con matricola abrasa, una pistola revolver Smith & Wesson risultata rubata a gennaio a Santa Caterina Villarmosa, completa di 34 cartucce calibro 38 Special, due pistole a salve modificate, e altri pezzi di fucile, tra cui una canna e due calci.

Padre e figlio, difesi dagli avvocati Dino Milazzo e Pietro Pistone, sono stati arrestati per detenzione illegale di armi comuni da sparo e detenzione di armi clandestine.

La donna invece è stata dimessa dall’ospedale con pochi giorni di prognosi.

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