Si chiude l’anno con una felice commemorazione liturgica: la festa della S. Famiglia
Con l’espressione messa in titolo ci piace ricordare che il primo sentimento che dobbiamo nutrire nella memoria di questa festa è la gratitudine. Riconoscere che è un prezioso dono di Dio, che è un mirabile faro di luce, di garanzia e di saggezza. Naturalmente al meglio della sua realizzazione.
Io credo che chiunque abbia sensibilità e intelligenza nell’apprezzare i valori veri e fondamentali della famiglia, non possa trascurare di coltivare profonda gratitudine verso Dio, che ha voluto e vuole la famiglia, secondo il suo progetto, e gratitudine alla famiglia , quella che è cosciente della propria responsabilità, che compie una missione di difesa della vita e della formazione civile e cristiana.
La famiglia oggi è presente, o se volete, nel mirino, in tutti i circoli parolai, sul tavolo delle istituzioni più varie e degli studiosi. Sono molti quelli che rilevano quanto brillanti siano le promesse e i progetti e quanto mortificanti e deludenti gli impegni concreti per venire incontro alle reali esigenze delle famiglie. O almeno sono assai insufficienti. Forse la più grande responsabilità grava, ( oltre che su mille circostanze insidiose, maliziose, ignobilmente interessate, miopi, o incoscienti ) sulla autorità che deve riconoscere nella famiglia la struttura fondamentale della nazione. Quale sarà il futuro ? Chi “sarà” l’Italia, domani ? Forse la sola bandiera che triste si innalza strapazzata dai venti, e senza cuore, perché piange sui figli che non ci sono e non ci saranno! Ma il ginepraio , volutamente lasciato vigoreggiare, certamente devono dipanarlo i competenti , cioè quelli cui “compete” avendone avuto il mandato e la responsabilità. Se noi vogliamo cogliere un raggio di luce che ci viene dalla liturgia e dalla icona della S. Famiglia, dobbiamo tenere presente quello che S. Paolo ci suggerisce: coltivare sentimenti di misericordia, di bontà, di umiltà, di mansuetudine, di perdono, di sopportazione paziente, per tenere unita la famiglia. I genitori trovino il giusto equilibrio nella educazione dei figli, senza illudersi che le larghe concessioni e un cedimento al consumismo esagerato a loro favore, sia il meglio. Inculcare nei figli il senso del rispetto delle cose sacre, dei doveri religiosi, della ubbidienza alla famiglia e ai responsabili della loro educazione; che il “valore” sacrificio non deve essere sconosciuto incoscientemente, perché è quello che solidifica il senso della vita e irrobustisce la volontà nell’impegno del bene. Non è solo un aspetto religioso ma il rispetto della dimensione umana, completa.