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Storie di successi professionali: dallo scientifico Volta alla NASA. John Robert Brucato, l’astrobiologo nisseno con la passione per l’origine del cosmo

Redazione

Storie di successi professionali: dallo scientifico Volta alla NASA. John Robert Brucato, l’astrobiologo nisseno con la passione per l’origine del cosmo

Gio, 06/10/2016 - 20:08

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joseph-brucato-1CALTANISSETTA – La sua testa non è tra le nuvole, ma molto oltre. Da “sapientone” mancato al Liceo Scientifico “Alessandro Volta” di Caltanissetta alle missioni con la Nasa. La passione per lo spazio cosmico, le stelle, la continua voglia di sapere, ricercare. Questa è la storia di uno di noi, l’avrebbe cantata Celentano. Di un “secchione” di provincia che sognava di essere il primo della classe, ma che primeggiava soltanto nelle materie scientifiche e in matematica. Poi si spalanca la porta della laurea in Fisica col massimo dei voti . E apriti cielo. Il paradiso all’improvviso per John Robert Brucato,  cresciuto a Caltanissetta e oggi tra  i migliori astrobiologi a livello mondiale, passando dagli studi sulla sonda Stardust della National Aeronautics and Space Administrations – per tutti la mitica Nasa – al ruolo di responsabile della progettazione di un centro per la raccolta e l’analisi di materiale extraterrestre riportato a terra da missioni spaziali.

“Fin da bambino sognavo di diventare un astronauta e di viaggiare nello spazio a bordo di una missione spaziale – racconta Brucato ai lettori del Fatto Nisseno -. Poi, crescendo, sono sempre stato affascinato dall’astronomia. Ho cercato di seguire la mia passione, quindi mi posso ritenere fortunato perché sono riuscito a fare quello che più desideravo fare fin da piccolo”.  Tra laboratori e centri di ricerca, Brucato s’è occupato dello studio della composizione chimica e mineralogica delle meteoriti, delle polveri interplanetarie e dei grani della cometa Wild 2 riportati a Terra dalla sonda Stardust della Nasa. E allora facciamoci raccontare il mondo che ci circonda e che lui esplora da osservatori privilegiati. “I piccoli corpi del Sistema Solare, come gli asteroidi e le comete, contengono pressoché inalterato il materiale primitivo da cui si è formato il nostro Sistema Solare. Riuscire a raccogliere e studiare frammenti di asteroidi e comete permette di capire le origini del Sistema Solare, quale è stata la composizione chimica nella nebulosa dal quale il sole e i pianeti si sono formati, permette di capire le trasformazioni che il materiale originario ha subìto durante i 4.5 miliardi di anni di vita del nostro Sistema Solare. Infine, questi corpi hanno certamente contribuito alla nascita della vita sulla Terra trasportando sul nostro pianeta, durante le prime fasi di formazione, l’acqua e la materia organica”. Una vita dedicata agli studi, fin quando arriva  la prestigiosa esperienza come membro di board dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA) e della Nasa. Per John Robert Brucato inizia una nuova missione.                                                                                                                                “La Nasa e l’Agenzia Spaziale Europea nel selezionare le future missioni spaziali o nel programmare le proprie attività fanno affidamento a gruppi internazionali di consulenti scientifici che si riuniscono periodicamente. Si tratta di fatto di leggere una grande quantità di documenti e selezionare i progetti di missione migliori che voleranno nel futuro”. Eppure, la voglia di scoprire dell’astrobiologo di Caltanissetta è frenetica, non hai mai conosciuto il senso del tasto “stop”.

stardust_-_concepcao_artistica“La ricerca, per fortuna, non ha una fine. Non appena si trova qualcosa di nuovo, ci accorgiamo che ci sono ancora tantissime scoperte che si devono fare. Tutto sta nell’avere i mezzi per poter proseguire a fare ricerca”.  Eppure i n Italia, le cronache sono piene di eccellenti ricercatori mortificati e sottopagati rispetto  ad altri Stati, costringendo i nostri “cervelli” a fare scoperte fuori dai confini del Belpaese. A proposito: consigli per un giovane che sogna questa carriera? “I geni esistono, sono persone che sovvertono le conoscenze, ma sono pochi. La maggior parte delle persone che decide di intraprendere questo percorso sono persone normali appassionate di fisica e matematica. Il consiglio che mi sento di dare ad un giovane è di seguire i propri desideri e le proprie inclinazioni. L’astrofisico è un lavoro che richiede impegno e dedizione che richiede tanta passione. Partecipare alla missione Stardust della Nasa mi ha permesso di analizzare per primo, insieme ad un gruppo selezionato di ricercatori provenienti da tutto il mondo, i campioni di polvere raccolti dalla cometa Wild 2 e riportati a terra. È stato incredibile avere tra le mani un pezzo di cometa proveniente dalle zone più remote del nostro sistema solare e avente un età di 4.5 miliardi di anni. Oggi l’astrofisica si fa non solo guardando al telescopio ma anche attraverso le osservazioni al microscopio di frammenti di comete o asteroidi”. Chi immagina che la giornata di un astrofisico sia interamente dedicata a guardare mappe stellari e tenere fra le mani giganteschi telescopi, ha preso un  abbaglio. “Le nostre giornate sono spesso accompagnate da ore della notte trascorse al computer, quando tutti in casa dormono – rivela Brucato -. Oggi il lavoro di ricerca si fa in gruppo attraverso progetti internazionali. Quindi spesso durante la settimana si interagisce attraverso teleconferenze con i colleghi che si trovano all’estero, si fa il punto della situazione e si decide il lavoro da compiere. Oggi prevalentemente il lavoro si svolge al computer e nel mio caso anche in laboratorio”. La domanda, a questo punto, sorge spontanea. Ma che cos’è la vita? Brucato risponde con un altro interrogativo, formato cartaceo.  “A chi volesse avvicinarsi ai temi legati all’astrobiologia consiglio di leggere ‘Cos’è la vita?’ scritto da un grande fisico come Erwin Schroedinger, padre della meccanica quantistica. Prima che venisse scoperta la funzione fondamentale che il Dna possiede, Schroedinger aveva intuito che dovesse esistere una qualche molecola periodica in grado di contenere l’informazione genetica. Un libro che fa intuire quanto in avanti possono riuscire a vedere persone geniali come Schroedinger”. Fine dell’intervista, anzi no. Professore, la parola d’ordine di uno scienziato che indaga sul cosmo qual è?                                                                               “Mi ha da sempre colpito, fin da quando ebbi modo di studiarlo al liceo, la frase pronunciata dal filosofo Immanuel Kant, ossia due cose riempiono l’animo di ammirazione sempre crescente: il cielo stellato sopra di noi e la legge morale in noi.” Credo che rappresenti molto bene lo spirito con cui una persona che fa scienza debba procedere nel suo lavoro quotidiano che lo spinge a conoscere i misteri della natura”.

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