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Marianopoli, riaperto museo etnoantropologico comunale “Don Salvatore Benvenga”

Carmelo Barba

Marianopoli, riaperto museo etnoantropologico comunale “Don Salvatore Benvenga”

Ven, 12/08/2016 - 00:46

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Marianopoli 1MARIANOPOLI – E’ stato riaperto  al pubblico il Museo Etnoantropologico Comunale, al piano superiore del Museo Archeologico Regionale, nel Palazzo della Cultura “Sikania” di viale della Regione Siciliana a Marianopoli. Il riallestimento è stato diretto dall’ arch. G. C. Nucera, Direttore del Museo Regionale Interdisciplinare di Caltanissetta, già Dirigente del Servizio Storico-Artistico ed Etno-antropologico della Soprintendenza, progettista e codirettore dei lavori, con  l’arch. M. Giglio, già Dirigente Responsabile marianopoli 4dell’U.O. Etno-antropologica della Soprintendenza e finanziati dall’Assessorato Regionale dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana, con la collaborazione di M. Nicosia, E. Tallo, S. Bello, G. Ballacchino e R. Curto., per l’importo complessivo di € 102.754,30. Consulente scientifico per l’allestimento del percorso etnografico del museo è stato il prof. Antroplogo I. Buttitta,, della Facolta di Lettere e Filosofia dell’Università di Palermo. L’impresa esecutrice dei lavori è stata la Ditta CO.GE.CA. di Ravanusa. Sarà quindi possibile, nella stessa struttura museale, fare un “viaggio culturale” attraverso culture e reperti di cinque millenni, catalogate nei due Musei. Tra gli altri reperti del Museo Marianopoli 3Archeologico, oggetti di grande rilievo culturale sono la zappa e il vomere d’aratro in ferro, del VI sec. a.C.: significativamente sono gli stessi strumenti, stavolta del XIX sec., con cui si riapre il riallestimento del Museo Etnoantropologico, aperto originariamente nel novembre del 1995, a dimostrazione di una fase di perenne Civiltà Contadina arrivata fino a noi. Il riallestimento museografico dei numerosi reperti è stato Marianopoli IMG-20160811-WA0011intitolato dall’Amministrazione Comunale alla figura di Padre don Salvatore Benvenga, o Benvegna, nato verso il 1778 e morto in fama di santità, assassinato barbaramente a circa 36 anni, il 14 ottobre 1814 in prossimità del torrente Belici, presso la Masseria Scala Vecchia, dove un’edicola era meta di devozione e pellegrinaggio contadino fino al 1933, allorchè una piena del fiume la distrusse. Le spoglie mortali di “Patri don Sarbaturi” sono state degnamente conservate presso la nostra Chiesa Madre. Nel 2014 è stato celebrato il bicentenario della morte, a ricordo e venerazione della sua figura nella memoria contadina del latifondo manchese, fino ai nostri giorni; motivo per cui gli è stato dedicato il Museo Marianopoli IMG-20160811-WA0017della Civiltà Contadina che si riapre. Il Museo raccoglie documentazione e reperti storici della vita quotidiana in epoche antiche e fino al recentissimo passato. Custodisce attrezzi della cerealicoltura e panificazione e utensili di uso domestico, cicli della pastorizia e caseificazione, dell’olivicoltura e della viticoltura. Nella struttura museale Marianopoli IMG-20160811-WA0020sono pure rappresentate le stanze da letto e del lavoro.  Inoltre si possono ammirare due interessanti carretti, alcuni aratri di diverse forme e dimensioni in legno e in ferro e macchine agricole costruiti tra la fine dell’Ottocento e la seconda metà del 900. Lo scopo, per cui è nato questo luogo di cultura, è dettato dalla volontà di fare memoria, per non dimenticare le preziose radici della Civiltà Contadina. Tra attrezzi ed utensili di uso domestico, paramenti cerimoniali, e collezioni etnografiche vengono ripercorsi i cicli e le stagioni della vita rurale, nella perenne sacralità del tempo agrario. Per l’impegnativo lavoro che ha  consentito la riapertura del Museo, è detto in una nota dell’amministrazione comunale,  un ringraziamento particolare va all’allora Assessore Regionale A. Pagano, alla dott.ssa R. Panvini, cittadina onoraria di Marianopoli, al  dott. L. Guzzardi, già Soprintendenti, ed all’attuale Soprintendente Caruso”.

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