CALTANISSETTA – Riceviamo e pubblichiamo.
Apprendiamo con stupore che il deputato nazionale Alessandro Pagano da autentico e credibile “professore della politica”dà i voti ai Sindaci di Caltanissetta e San Cataldo, perché, a suo dire, non hanno corteggiato Gela e Niscemi, nel tentativo di dissuaderle dall’intento di “migrare verso il libero consorzio di Catania”. Ci sarebbe da dire con un punto di tragica ironia: Pagano chi? Colui che nel ventennio trascorso e fino ad oggi ha brillato e brilla per il suo determinante apporto nella risoluzione dei problemi della nostra terra? L’on. Pagano che da assessore alla sanità ha reso la sanità pubblica siciliana all’avanguardia per efficienza e economicità di gestione? L’on. Pagano che da assessore al bilancio ha risanato i conti pubblici del bilancio siciliano? L’on. Pagano che da assessore ai beni culturali ha reso fruibili tutti i siti archeologici, i musei e la loro gestione nella nostra terra di Sicilia? E per finire, l’on. Pagano che da deputato nazionale si è reso protagonista di proposte di legge che hanno salvaguardato l’interesse generale di tutti e non del suo dante causa, l’On. Berlusconi? Francamente, se questo è il professore facciamo a meno di considerare come credibili i voti ed i giudizi che assegna ad altri, sorridendo con amaro disincanto alla sua autoreferenziale praticoneria da “old boy della politica”, che, comunque e una volta tanto, potrebbe utilizzare con l’ambizione di mettere a servizio dei nostri territori il suo essere “professionista in politica”, “corteggiando” i livelli regionali e nazionali perché non penalizzino le nostre comunità disinteressandosene. Poi, per essere seri, con riferimento alla scelta fatta dal consiglio comunale di Gela, a seguito di un referendum che ha visto una partecipazione esigua della popolazione gelese (36,14 % degli aventi diritto) che si è espressa favorevolmente all’annessione di Gela al Libero Consorzio di Catania, potrebbe dirsi che forse, anche in questo caso, la politica non ha fatto il proprio dovere. Non vi è stato un dibattito sereno, ma tutto si è giocato sull’istinto populistico e sulle teorie del “comitato per lo sviluppo dell’area gelese” che, di fatto, ha rinnegato l’originaria volontà di costituire un libero consorzio autonomo per farsi inglobare ed essere annessi ai territori del catanese. Si spezza il legame storico con i territori nisseni, nei quali l’area gelese si è identificata come polo forte della politica e dell’imprenditoria dell’ex provincia nissena, amministrata nell’ultimo ventennio proprio da due Presidenti della provincia gelesi, di cui uno ancora deputato regionale in carica. Qualcuno potrebbe dire che questo sarà un salto nel buio sicuramente, ed ecco perché la politica, non solo quella gelese, ma anche le rappresentanze regionali e nazionali, pensiamo avrebbero potuto fare meglio che rincorrere o sostenere la volontà demagogica di una frangia, sicuramente non maggioritaria. Da Coordinamento cittadino, però, nella convinzione che la crescita civile e politica delle comunità passi anche attraverso la capacità di autodeterminazione, condivisione e partecipazione dei cittadini, non vogliamo commentare più oltre una scelta che ha visto un pronunciamento referendario ed una deliberazione del consesso comunale gelese con il si di 26 consiglieri comunali su 30. Possiamo solo sperare che i cittadini niscemesi valutino meglio le possibili conseguenze di un’annessione all’area catanese, che, nei fatti, potrebbe servire più a qualche signorotto politico in sede elettorale che ai cittadini stessi, con il serio rischio, anche in questo caso, di un salto nel buio. C’è da concludere poi che i due sindaci chiamati in causa dall’On.Pagano, stanno portando avanti una seria proposta di identificazione politica di un’area vasta che ha visto coinvolti anche altri sindaci dell’entroterra siciliano, compresi l’ex sindaco di Gela Fasulo e l’attuale sindaco di Niscemi; proprio nell’intento di creare quello che mai sinora nessun politico nostrano aveva mai nemmeno lontanamente immaginato, impegnato com’era a coltivare il proprio orto elettorale e ad inquinare quelli altrui.
Il Coordinamento del Polo Civico (Cives 3.0) di Caltanissetta

