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Caltanissetta, Leandro Janni: Altre scuole?

Redazione

Caltanissetta, Leandro Janni: Altre scuole?

Mer, 28/01/2015 - 11:46

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CALTANISSETTA – Con innato gusto del paradosso, Leo Longanesi ha scritto: “Tutto quello che non so l’ho imparato a scuola”.  Ma adesso, lasciando perdere Longanesi,  parliamo un po’ di altre scuole (e che scuole!), nel mondo attuale.

Nessun contatto maschi-femmine e interruzione obbligatoria delle lezioni in coincidenza con le preghiere islamiche. E’ la scuola modello Jihad, ovvero si tratta delle direttive per il nuovo anno scolastico che il califfo Abu Bakr Al-Baghdadi ha fatto distribuire a tutti gli istituti sui territori controllati dallo Stato Islamico (Isis), promettendo “pene severe” nei confronti di chiunque dovesse disobbedirgli.  Inoltre, nelle scuole dell’’area che si estende dalla periferia di Aleppo a quella di Baghdad non sarà più possibile studiare Arte, Filosofia, Musica, Sociologia, Psicologia, Storia nonché Educazione religiosa di fedi diverse dall’’Islam sunnita. Queste materie sono considerate “diaboliche” e “devianti” e dunque scompaiono, mentre Fisica, Chimica, Matematica e Scienze restano nei percorsi  scolastici  degli (sventurati) studenti, seppure con alcune limitazioni. Ad esempio, nei libri di testo devono essere strappate le pagine con immagini “contrarie all’’Islam”, oppure c’’è il divieto assoluto di avvicinarsi alla teoria dell’evoluzione biologica di Charles Darwin “perché la Terra è stata creata da Allah”. Il califfo Al-Baghdadi tiene invece molto all’’apprendimento delle lingue e l’’editto promuove non solo la conoscenza dell’’arabo, ma anche dell’’inglese (e figuriamoci!), lasciando intendere di voler allevare una generazione di jihadisti in grado di muoversi senza problemi in giro per il mondo contemporaneo.

Che dire? Tra sconcerto e rabbia, vengono in mente tante cose – inevitabilmente. Ad esempio, viene in mente Elias Canetti: “L’arte è magia liberata dalla menzogna di essere verità”. Così come vengono in mente le parole di Alberto Savinio, in Ascolto il tuo cuore città: “L’arte sempre accende le luci del paradiso perduto che la tetra mano dei non artisti torna ogni volta a spegnere”. Oppure Ferdinando Galiani: “La buona filosofia comincia col dubitare e non finisce mai con l’ostinarsi”.  A dire il vero, viene in mente, anche, lo sconcertante tentativo di rimozione della teoria dell’evoluzione biologica dai programmi scolastici, nel  2004, da parte della ministra italiana Letizia Moratti. Oppure, viene in mente la berlusconiana “scuola delle tre I (Impresa, Informatica, Inglese)”, o l’’ineffabile ministra Mariastella Gelmini che ha ridotto drasticamente, scriteriatamente le ore di lezione di Arte nei percorsi didattico educativi del nostro Paese.

Adesso, comunque, in questa peculiare area del mondo occidentale, attendiamo fiduciosi la riforma Renzi-Giannini (insieme ad altre imprescindibili riforme), nella convinzione che la funzione fondamentale che la scuola è chiamata a esercitare nella formazione del soggetto e nel processo più generale è di “umanizzazione della vita”.  Che altro– d’’altronde?

Leandro Janni

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