Salute

Aldo Mucci, #scuolebelle: “Sulla pelle dei lavoratori”

Redazione

Aldo Mucci, #scuolebelle: “Sulla pelle dei lavoratori”

Mer, 24/12/2014 - 09:47

Condividi su:

menu_area01Un grande foglio di carta mappale, poggiato sulla scrivania del Miur ,indica con un cerchietto rosso le scuole italiane oggetto del piano di edilizia scolastica.Un piano composto da tre principali filoni che coinvolgerà complessivamente 21.230 interventi in edifici scolastici per investimenti pari a 1.094.000.000 di euro. Quattro milioni di studenti e una scuola italiana su due sono protagonisti di questo primo progetto, che porta nell’arco del biennio 2014-2015 ad avere scuole più belle, più sicure e più nuove. Ecco che il governo lancia “Scuole belle”, piano per gli interventi di piccola manutenzione, decoro e ripristino funzionale che dovrebbero interessare 7.801 plessi scolastici nel corso del 2014. Coinvolti nell’operazione, gli 11.000 ex LSU addetti alle pulizie: lavoratori per la maggior parte sopra i 50 anni di età e per 2/3 donne, costretti a doversi “riqualificare” da pulitori ad “abbellitori” con corsi di formazione fatti in fretta e furia,  per vedersi ancora costretti a non lavorare, tra cassa in deroga e ferie forzate, e a non avere certezza di futuro e reddito. Infatti ad oggi risulta che i contratti aggiuntivi per dare il via alle operazioni di “Scuole Belle” siano stati siglati in pochissime scuole in tutta Italia e che le attività effettivamente iniziate siano in numero limitatissimo. Infatti, i lavoratori sono ancora fuori, le scuole ancora chiuse e le ditte si sottraggono agli impegni assunti. Eppure i soldi non mancano. Stando alle dichiarazioni del Governo, 110 milioni, abbinati a 40 milioni in capo al MIUR, finanzieranno gli interventi. Gli accordi del 28 marzo scorso, precipitosamente sottoscritti, che avrebbero dovuto ripristinare per gli ex Lsu condizioni di reddito e di contratto ad oggi rimaste solo sulla carta, appaiono sempre più un’operazione voluta soprattutto per difendere e rafforzare il sistema degli appalti – più costoso e meno efficiente rispetto alla internalizzazione del servizio e l’assunzione diretta dei lavoratori – che una effettiva stabilizzazione dei rapporti di lavoro, dopo il drammatico cambio appalto Consip di inizio anno. In sintesi, si  prendono “due piccioni con una fava” e cioè si garantire sempre più lavoro alle aziende appaltatrici e  si avvia un’operazione d’immagine intorno al mondo della scuola.  Ma per i lavoratori c’è sempre meno reddito, diritti e dignità. Bisogna continuare  a chiedere scuole belle e pulite, ma non sulla pelle dei lavoratori; a pretendere con ogni mezzo che negli appalti pubblici ci sia il rispetto della piena legalità, e chiedere quella reinternalizzazione degli addetti e del servizio come unica garanzia, pretendendo che non si giochi più su questi lavoratori e sulla scuola e che non ci si trovi davanti solo a un grosso affare, che diventa sempre più difficile non paragonare ad altre “grandi opere” di questo Paese.

Aldo Mucci

Pubblicità Elettorale