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Mussomeli, parrocchiani vogliono cambiare nome alla piazza. Insorgono i laici

Redazione

Mussomeli, parrocchiani vogliono cambiare nome alla piazza. Insorgono i laici

Mar, 10/06/2014 - 18:20

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piazza del popoloPer la storia non è mai troppo tardi riaffacciarsi nel presente, portare ai giorni nostri il fardello di ideologie trascorse, divisioni che sembravano oramai assimilate e smaltite. I conti col passato rischiano di riaffiorare sempre, sopiti per decenni. Come accade in ogni paese che si rispetti e che intende rivedere la toponomastica, anche a Mussomeli la polemica è pronta a saltare da dietro l’angolo, ad essere servita su un piatto d’argento. Il revisionismo (stradale) d’altronde è una mamma gravida di tesi ed opinioni disparate. Gli elementi in questo caso ci sono tutti: il gruppo di parrocchiani pronti a dare un nome più religioso alla piazza e i laici difensori disposti ad issare barricate pur di lasciare invariata la dicitura impressa sul quadratino di marmo che ne identifica lo slargo. La contesa riguarda piazza Del Popolo, cuore antico della città, ventre del quartiere di San Giovanni. E proprio a San Giovanni i parrocchiani vorrebbero dedicare la piazza. D’altronde nell’immaginario comune, tutti individuano il rettangolo d’asfalto con “u’ chianu di San Giovanni”. Un atto considerato naturale dal gruppo spontaneo, a cui ha anche aderito il parroco don Ignazio Carrubba. Ma non tutti sembrano convinti della proposta, anzi. A sollevarsi per primo, non appena avere appreso della nascita del comitato promotore, un intellettuale laico, Mario Ricotta, nato e cresciuto proprio nel quartiere di San Giovanni. Il medico- scrittore manifesta tutta la sua contrarietà verso una probabile modifica toponomastica: “Nessuno cambi quel nome- ammonisce- cambiandolo si vuole cambiare la storia. Si decise di chiamarla piazza Del Popolo perché era un luogo fortemente simbolico per la città, per il popolo appunto. I parroci che negli anni si sono succeduti hanno sempre rispettato quella scelta, anzi l’hanno salvaguardata. Non capisco perché oggi si vuole cambiare. Una modifica rappresenterebbe una grave mancanza di rispetto verso il nostro passato e la nostra storia”. Sfodera diplomazia ed equidistanza Salvatore Calà, sindaco e anch’egli originario del quartiere: “Da parte mia non c’è alcun preconcetto, ma a decidere dovranno essere i residenti della piazza. Ho ricevuto la proposta formale, ora avvierò un vero e proprio censimento, sentirò il parere di chi vi abita, anche del parroco visto che la chiesa ricade sulla piazza. Solo dopo avere sentito loro prenderemo una decisione, che per noi non sarà né ideologica né di nessun’altra natura”.

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