Salute

Il poker si siede in cattedra

Redazione

Il poker si siede in cattedra

Mar, 10/06/2014 - 11:44

Condividi su:

imageLa nuova tendenza pedagogica arriva dagli Stati Uniti e si chiama poker e Black Jack. Sempre più istituti americani di formazione superiore hanno infatti deciso di inserire nei propri curricola delle autentiche lezioni sui giochi da casinò, perché considerano le loro strategie di svolgimento come validi strumenti di apprendimento. E l’ultimo in ordine di tempo a introdurli tra le sue materie di studio è stato il prestigiosoMIT di Boston.

Sono finiti dunque i tempi in cui il poker era considerato il classico gioco da cowboy del Far West, tra nuvole di fumo e pistolettate alla Billy the Kid. Adesso molti pedagoghi sostengono che il poker sia diventato così popolare che un contatto con gli alunni già nelle aule universitarie secondo un modello strutturato e preciso sia un fattore positivo.

Ma in un paese solitamente puritano come gli Stati Uniti, ecco che la polemica è servita. Non sono pochi infatti gli scettici che temono che i ragazzi più promettenti delle facoltà di medicina o economia si facciano prendere la mano e diano fondo alle loro carte di credito pur di portarsi a casa una bella vincita. Dall’altra parte però ci sono i genitori degli studenti, che considerano il poker una possibile fonte d’ingresso, necessaria per poter pagare le costosissime rette e magari per mettere da parte un gruzzolo milionario.

imageI difensori del nuovo piano di studi del MIT considerano che le lezioni di poker registrano un’affluenza altissima, di gran lunga superiore a quella dei corsi di matematica o di scienze. In più, molti studenti sono attratti dalla presenza di docenti di tutto rispetto, come Doyle Brunson, un’icona del poker statunitense, e di Phil Ivey, conosciuto come il Tiger Woods del tavolo verde. Alcune delle materie comprese nelle lezioni di questi peculari professori sono “Teoria del Gioco” e “Psicologia del Bluff”, oltre a una serie di dispense sul vocabolario che si deve usare e su come vestirsi in un torneo.

Il decano del MIT, il professor Garvin Werner, ha spiegato il nuovo corsoaffermando che “i tempi cambiano e noi cerchiamo di mantenere il ritmo. Siamo coscienti che i nostri figli giocano online con i loro amici e allora perché non aiutarli, invece di tapparci gli occhi?”. Effettivamente, gli appassionati di giochi da casinò online sono aumentati considerevolmente negli ultimi tempi e siti come 32Red o Titanbethanno guadagnato posizioni importanti nel tempo che i giovani dedicano all’intrattenimento. Il poker, la roulette o il blackjack si stanno scrollando di dosso quella fama di “giochi proibiti” che fino a pochi anni fa li condannava all’ostracismo. Ormai fare una puntata alla roulette online 32Red o giocare una partita diTexas Hold’em sono diventati comportamenti abituali in molte fasce della popolazione, poiché uniscono il brivido della scommessa all’allettante possibilità di guadagnare un po’ di soldi.

image“Siamo molto orgogliosi di questa novità e abbiamo già provveduto a fornire la nostra biblioteca di una sezione dedicata ai libri e ai video sul poker, una delle più frequentate dell’università”, ha ribadito Werner, specificando che l’istituto ha anche creato dei piccoli casinò nel campus e, dato l’enorme successo dell’iniziativa, ha ridottol’orario di alcune materie per dare spazio alla new entry.

Dall’altro lato dell’Atlantico, in Gran Bretagna, anche gli studenti di Cambridgehanno formato un club di poker e hanno dato vita a vari corsi informali per insegnare le norme e le strategie del gioco ai propri colleghi. Sebbene non sia ancora entrato a far parte delle materie di studio, il club ha ottenuto un enorme successo, anche perché lí è possibile giocare con soldi veri. Pure la Churchill University ha aperto un’Associazione Regolare di Poker che organizza tornei settimanali, anche se, a differenza di Cambridge, non è possibile scommetere soldi veri. E si può parlare di un trend in tutto il regno di Elisabetta II, dato che in tutte le più prestigiose università dell’isola – come Oxford, Durham, Edimburgo, Imperial College, Liverpool e Saint Andrews – si trovano club dedicati al poker. L’importante, dicono, è fare bene i compiti per casa.

banner italpress istituzionale banner italpress tv