Non scodinzola più, accanto all’on. Pagano, invincibile e onnipotente, come ce lo ricordavamo ai bei vecchi tempi del Popolo delle Libertà. Oscar Aiello oggi parla di rottamazione, di nuova generazione al potere, di “lasciare fare ai giovani”, come il Cavaliere (ex) quando diceva “Ghe pensi mì!”.
La sua analisi del disastro annunciato del centro-destra nisseno esprime la forza inquietante dello straniamento. Parla ancora come se fossero un unico partito, e invece i boss locali se ne sono andati con Alfano. L’avevano lasciato solo anche in Consiglio Comunale già da prima, con un capogruppo (giovane) che da capogruppo della rinata Forza Italia annunciava la sua adesione al Nuovo Centro Destra di Angelino. Non l’avevano avvisato che si trattava di due partiti diversi.
Forse parla così oggi perché lui si è mezzo salvato, con tre consiglieri comunali e quasi il 9% dei voti, quasi doppiato il NCD del vecchio boss, assume ora il tono perentorio del neo-rottamatore. Visto che a Renzi ha fruttato il 40%, perché non provarci?
Magari sta parlando di Rudi Maira, quando chiede ai grandi di farsi da parte, di fare il “padre nobile”, ma l’avvocato in questione si era quasi rottamato da solo, mandando proprio suo figlio (più padre di così!) a candidarsi al Consiglio Comunale. Peccato che non sia riuscito a farlo eleggere.
Altri tempi. E altre cordate. Di quello che ne rimane i diversi rami del Maira-team li abbiamo visti candidati in proprio, in liste diverse, con figli e fratelli diversi. Fratelli-coltelli per il vecchio Rudi, capaci di inventarsi il primo degli eletti di tutta la città senza nemmeno chiedergli il permesso.
Di chi parla Oscar-Renzi? E a chi?
O forse si sta esercitando. Del resto, nell’ultimo comunicato-stampa, per la prima volta, dopo anni, non c’era neppure un anacoluto.


