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Legislazione fiscale: “Una giungla”

Redazione

Legislazione fiscale: “Una giungla”

Dom, 05/01/2014 - 18:54

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pressione_fiscaleLeggendo i dati di cui all’intervista del colonnello Sozzo ed il maggiore Pisani della Guardia di Finanza  di Caltanissetta, nucleo di polizia tributaria, ci si rende conto che il territorio nisseno, anche se povero ed ultimo in classifica per moltissimi indici relativi alla qualità di vita, pubblicati da quotidiani e giornali finanziari, partecipa attivamente all’incremento dell’evasione fiscale”

I dati riportati sono pesanti. Centomilioni di euro di imponibile evaso e trentaquattromilioni di euro di iva non versata  sono tanti.

Sicuramente una buona percentuale dei risultai numerici conseguiti dalla Guardia di Finanza  saranno contestati davanti agli uffici finanziari e agli organi competenti, ed i risultati delle Commissioni Tributarie sia Provinciali che Regionali, i cui componenti sono giudici togati e professionisti stimati, confermano che una buona parte delle contestazioni mosse vengono poi annullate o ridimensionate, non per errori commessi dai verificatori, ma per eccessivo rigorismo nell’applicazione e nella interpretazione della normativa fiscale.

Nella norma fiscale non vi sono certezze, basti pensare che per ogni nuova disposizione che viene pubblicata, per esempio poche righe di un  articolo di un decreto legge, i giornali specializzati ed i cultori della materia scrivono centinaia di pagine, ed immediatamente dopo la pubblicazione del decreto, l’agenzia delle entrate rilascia una circolare, che non vincola il contribuente, per spiegare la norma; decine e decine di pagine per spiegare un articolo che modifica, integra o abroga  una precedente norma.

Viviamo in un paese dove si legifera in maniera emorragica. Ogni nuovo governo cambia le aliquote fiscali o i tetti imponibili, cambia le modalità di detrazioni e di deduzioni, toglie e mette nuove  esenzioni. Una giungla dove è diventato veramente impossibile districarsi.

Anche noi operatori del settore siamo stanchi  di stare dietro a norme inconcludenti e farraginose che sicuramente nulla portano in termini di gettito allo Stato. Basterebbero poche norme scritte bene, che il lavoro dei verificatori e quello degli operatori del settore, darebbe risultati eccellenti in collaborazione tra loro,  riducendo il contenzioso e destinando le risorse umane e strumentali alla vera lotta all’evasione fiscale.

Da quanto si legge sempre nell’articolo si evidenzia un’attività molteplice ed incessante dei militari della Guardia di Finanza del territorio Nisseno impegnata in tanti settori e non soltanto in quello tributario e della lotta alla evasione fiscale.

Sicuramente la Guardia di Finanza rappresenta una vera forza militare impegnata su tanti fronti, una forza che assicura risultati  meritevoli come quelli conseguiti dal Colonnello Scozzo e dal Maggiore Pisani,  ai quali vanno i meriti ed il mio riconoscimento quale dottore commercialista, componente del consiglio dei dottori Commerciasti di Caltanissetta, che opera nel settore tributario fiscale e quale cittadino italiano di Caltanissetta, ma da umile osservatore e studioso della materia tributaria, penso e sono certo che la Guardia di Finanza, per la sua preparazione e la sua formazione, potrebbe conseguire risultati di gran lunga superiori, se non fosse impegnata anche in attività che potrebbero essere assegnate ad altri organi dello Stato, come per esempio la lotta al lavoro nero, la contraffazione, l’immissione di prodotti illegali nel territorio dello Stato, le attività di investigazione che non attengono i reati tributari e cosi via.

Un’ultima nota desidero spenderla in favore della categoria delle piccole, e piccolissime imprese, che spesso viene indicata come categoria di evasori, ma che in verità  oggi non riesce nemmeno a sopravvivere, ne sono prova le cessate partite iva, le saracinesche abbassate e i cartelli di CEDESI E AFFITASI attaccati alle vetrine.

Mi chiedo: fare la lotta ad un ambulante, ad un calzolaio o ad un piccolo artigiano sanzionandolo per la mancata emissione dello scontrino di pochi euro ed ingiungendo agli stessi la chiusura dell’attività dopo tre mancate emissioni di scontrino, a cosa serve? a moralizzare?, a fare pagare le tasse?. No, serve solo a fare chiudere la piccola impresa, in quanto si sente oppressa dallo Stato.

Ma lo stato ci pensa a questi poveri diavoli non tutelati da nessuno?. Quando piove o nevica, o quando questi  stanno male e non vanno a lavorare,non hanno mica gli ammortizzatori sociali!!

Bisognerebbe essere più attenti a quei settori veramente abbandonati e tartassati. Infatti il mondo delle partite iva scende in piazza a contestare il caro tasse. E da chi è rappresentato questo mondo di partite IVA che scende in piazza , è rappresentato proprio dai piccoli artigiani, dai piccoli commercianti, dagli ambulanti, dagli autotrasportatori,  che non sono evasori fiscali, ma è gente che lavora solo per portare da mangiare a casa, e quindi non può pagare le tasse, non è vero che non vuole pagare le tasse.

E’ lo stato che dovrebbe pagare loro per il servizio reso al popolo.

E allora, sarebbe più giusto, anche da un punto di vista di solidarietà verso gli imprenditori  più deboli, che sono imprenditori perche non hanno avuto la fortuna di aver un posto fisso al caldo con tutti gli ammortizzatori sociali a favore, e non per diventare ricchi, non inveire nei loro confronti, e riversare tutte le forze a disposizione verso coloro che, in barba a leggi e sanzioni, continuano a fare la bella vita non pagando le tasse o eludendole  e a portare i propri capitali in Svizzera. Fare la lotta ai poveri non fa altro che fare arricchire ancora di più i ricchi e coloro che evadono.

Il problema dell’evasione fiscale va risolto a monte, facendo pagare meno tasse e facendole pagare a tutti. Se ciò non accadrà, sarà sempre una lotta tra le istituzioni e i contribuenti, e sarà una lotta contro coloro i quali le tasse già le pagano.

L’evasione non è nelle piccole attività, l’evasione va ricercata dove il tenore di vita e le disponibilità finanziarie sono sproporzionate rispetto ai redditi dichiarati, e non và ricercata solo nel mondo delle partite iva, ma va ricercata anche nel mondo delle buste paga, e con gli strumenti a disposizione del fisco non sarà difficile conseguire i risultati e trovare le risposte.

E’ proprio vero che oggi gli operatori della Guardia di Finanza sono specialisti nel settore tributario contabile, sanno utilizzare bene i computers ed internet, sanno esplorare le banche dati e sono informatizzati all’inverosimile. Oggi assistiamo a controlli fiscali fatti nelle banche e nei settori dell’alta finanza dove la Guardia di Finanza ha scoperto operazioni sofisticate conseguendo risultati brillanti nella lotta all’evasione e all’elusione fiscale. E questa certezza spesso induce gli evasori incalliti a cambiare registro ed ad avvicinarsi alla legalità.

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