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Ars, disegno di legge per ridurre compensi parlamentari. M5S: “E’ una farsa”

Redazione

Ars, disegno di legge per ridurre compensi parlamentari. M5S: “E’ una farsa”

Gio, 03/10/2013 - 11:09

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PALERMO – Da gennaio del nuovo anno, gli stipendi saranno ridotti del 20 percento. I parlamentari guadagneranno circa 14 mila euro lordi. Di più rispetto ai parametri fissati dal decreto Monti, che imponeva un taglio agli ‘stipendi’ dei parlamentari da 18 a circa 11 mila euro lordi al mese. E’ quanto prevede il disegno di legge approvato dalla commissione spending review dell’Ars che ha recepito però solo in parte i tagli contenuti del decreto Monti, già operativi nelle altre Regioni.

Molto critico il M5S: “Se la risposta della commissione all’elezione del suo presidente è stato Savona, era facile immaginarsi il resto. E il resto, infatti, è stata una farsa.  A parte l’eliminazione dell’assegno di solidarietà, nel disegno di legge esitato dalla commissione speciale non c’è traccia di alcuno dei principi del decreto Monti. Il nostro secco no  era pertanto scontato e conseguenziale”. Il M5S prende le distanze con sdegno dalle decisioni della commissione per la spending review, che proprio oggi ha battezzato il suo nuovo presidente: Riccardo Savona. “Una commissione – dicono i deputati – del Movimento che di speciale ha avuto solo la durata, ma che per il resto si è mossa nel solco dei comportamenti perpetrati per lustri in questo palazzo. Si doveva usare l’accetta e si è ricorso al tagliaunghie, con tagli minimi che lasciano nell’isola gli stipendi più consistenti di tutte le altre regioni d’Italia e che faranno additare la Sicilia  ancora una volta come modello da evitare”. “Questa commissione – continuano i deputati  – è stata una sorta di fiera dell’equilibrismo, in cui si è cercato di salvare gli stipendi e la faccia. Nel primo caso ci si è riusciti, nel secondo molto meno e la gente deve saperlo.  Noi qui dentro siamo per perseguire gli interessi dei cittadini e della politica. Molto spesso, invece, dobbiamo constatare che viene perseguita solo la politica dell’interesse. E quello di oggi è un esempio evidente. Comunque non finisce  qui. In aula daremo battaglia”.

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