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Sicilia: l’Assessore all’Economia Luca Bianchi si è dimesso

Redazione

Sicilia: l’Assessore all’Economia Luca Bianchi si è dimesso

Ven, 27/09/2013 - 17:19

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PALERMO – L’assessore regionale all’Economia Luca Bianchi ha deciso di dimettersi. “Rimettendo nelle mani del presidente Crocetta e del Partito democratico -annuncia in un comunicato- il mio incarico, con l’auspicio che la politica ritrovi le condizioni per rilanciare, in un clima condiviso di responsabilita’ e in una rinnovata armonia con la maggioranza voluta dai cittadini siciliani alle ultime elezioni, l’opera di moralizzazione, risanamento e rilancio dello sviluppo della Sicilia”. Bianchi e’ cosi’, coerentemente, l’unico dei quattro assessori in quota Pd ad abbandonare la giunta di Rosario Crocetta dopo la rottura tra i democratici e il governatore.

“Ho deciso di rinviare la conferenza stampa prevista per questa mattina perche’ impegnato a dare esecuzione alla variazione di bilancio approvata ieri sera in giunta. La variazione, per molti versi, costituisce il completamento dell’opera di risanamento avviata nel 2013, nel costante tentativo di coniugarlo con l’esigenza di dare risposte economiche e sociali ai problemi della Sicilia, e in particolare a quelli degli enti locali”, afferma Bianchi in un comunicato, e sottolinea: “E’ la dimostrazione del percorso credibile di gestione della finanza pubblica regionale che ha ricevuto significativi apprezzamenti (da ultimo, il ministro Saccomanni ci ha invitato con una lettera formale a proseguire sulla strada intrapresa). Il presidente Crocetta, che se n’e’ assunto la responsabilita’ in prima persona, mi ha sempre garantito piena fiducia e assoluta liberta’ nello svolgimento dell’incarico”. Ora, afferma l’uscente assessore all’Economia, “non spetta certo a me risolvere la grave crisi politica che si e’ aperta in questi giorni. Per quel mi riguarda direttamente, tuttavia, ritengo che in queste condizioni non si possa presentare ai siciliani e all’intero Paese per il 2014 lo stesso percorso condiviso e credibile di risanamento delle finanze regionali e di rilancio dell’economia che abbiamo perseguito, seppur tra mille difficolta’, in questi nove mesi e che andava preservato. Non posso che prendere atto di questa paradossale situazione politica -scrive Bianchi- rimettendo nelle mani del presidente Crocetta e del Partito democratico il mio incarico, con l’auspicio che la politica ritrovi le condizioni per rilanciare, in un clima condiviso di responsabilita’ e in una rinnovata armonia con la maggioranza voluta dai cittadini siciliani alle ultime elezioni, l’opera di moralizzazione, risanamento e rilancio dello sviluppo della Sicilia”.

“La prossima settimana, dopo aver depositato all’Ars il disegno di legge di variazione del bilancio 2013 -si legge ancora nella nota di Bianchi- daro’ incarico ai miei uffici di predisporre tutti gli adempimenti necessari alla chiusura del mio mandato di assessore per l’Economia. Voglio esprimere, infine, il piu’ profondo ringraziamento a tutti quelli – politici di diversi partiti e movimenti, amministratori, rappresentanti delle forze sociali, semplici cittadini – che in queste ore mi dimostrano vicinanza e affetto chiedendomi di continuare nell’azione amministrativa. A loro voglio dire che non intendo sottrarmi al contributo politico e professionale che, a qualsiasi titolo e a prescindere dall’esito di questa vicenda -conclude Bianchi- potro’ continuare a dare allo sviluppo economico e democratico della Sicilia”. Il responsabile dell’Economia del governo Crocetta mercoledi’, all’indomani della direzione regionale del Pd che aveva ordinato agli assessori di dimettersi avvertendo che in caso di rifiuto sarebbero rimasti in giunta solo “a titolo personale”, era andato a Roma per incontrare Pierluigi Beraani, a cui e’ vicino, e aveva rimandato la sua decisione sulle dimissioni. Adesso Bianchi ha deciso di lasciare Crocetta.

Non cosi’ gli altri tre assessori del Pd, Nelli Scilabra (Istruzione e Formazione professionale), Marielle Lo Bello (Territorio e Ambiente) e Nino Bartolotta (Infrastrutture), che rimangono saldamente ancorati alla loro poltrone.

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