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Sindaci del nisseno al consiglio comunale di Delia: “Uniti contro i tagli ai trasferimenti finanziari”

Redazione

Sindaci del nisseno al consiglio comunale di Delia: “Uniti contro i tagli ai trasferimenti finanziari”

Mer, 28/08/2013 - 12:39

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DELIA – I sindaci dei comuni di Serradifalco, Montedoro, Bompensiere e Milena, rispettivamente Giuseppe Maria Daquì, Federico Messana, Salvatore Gioacchino Losardo e Giuseppe Vitellaro, hanno annunciato che prenderanno parte al consiglio comunale aperto che si terrà a Delia il 3 settembre, dove si discuterà della drastica riduzione dei trasferimenti finanziari ai Comuni al di sotto dei 5.000 abitanti da parte della Regione Sicilia.

Lo hanno deciso durante l’ultima riunione dell’Unione Terre di Collina di cui i quattro Comuni insieme a quello di Delia fanno parte. Al consiglio comunale parteciperanno anche il vice Presidente vicario dell’Anci Sicilia, Paolo Amenta, e il sindaco di Ferla, Michelangelo Giansiracusa, comune al di sotto dei 5000 abitanti in provincia di Siracusa. Il sindaco di Ferla ha parlato recentemente di “situazione drammatica” annunciando, se non si salvaguarderanno i bilanci, una “protesta ad oltranza”.

Intanto per dare maggior peso alle problematiche in gioco i consigli comunali di Milena, Bompensiere e Montedoro sono stati convocati pure il 3 settembre e si terranno a Delia.

“Martedì vogliamo essere presenti, insieme al sindaco Gianfilippo Bancheri, per elevare coralmente la nostra grande amarezza e il nostro grido di protesta contro la proposta regionale di tagliare pesantemente le risorse finanziarie ai piccoli comuni. Una decisione che reputiamo rischiosa per i servizi ai cittadini e pericolosa perchè mette una seria ipoteca sul futuro dei nostri territori. I nostri governanti devono riflettere. Condividiamo pertanto il grido di allarme dell’Anci Sicilia e la proposta di aumentare il fondo delle Autonomie locali, per i Comuni sotto i 5000 abitanti, da 56 milioni di euro ad almeno 100 milioni di euro, per consentire quantomeno di riequilibrare i bilanci. La nostra non è solo una protesta ma vuole essere soprattutto una seria riflessione su quella che ci sembra una scelta distruttiva. I tagli prospettati, in questo momento di grave crisi, non favoriranno nessuna crescita, infatti, e non daranno una boccata di ossigeno alle economie locali. Non risolveranno i problemi che ci sono. I nostri governanti devono sapere che senza risorse sufficienti salta il ruolo e la funzione svolta dai ‘piccoli comuni’. Noi, da parte nostra, continueremo a fare i risparmi che stiamo già facendo. Pittosto, Invece di pensare al gioco delle tre carte si affrontino i veri problemi della crisi e si favoriscono con serietà e determinazione quelle politiche in grado di risolvere veramente i nodi che attanagliano i nostri comuni, come, ad esempio, lo smaltimento dei rifiuti che ha messo in ginocchio i comuni della nostra isola”.

Anche sul tema dell’accorpamento dei comuni i cinque sindaci lanciano un accorato grido di allarme e fanno capire che “sarebbe un duro colpo per la democrazia partecipata, perchè verrebbe meno la funzione di presidio e di vicinanza e quindi la continuità del rapporto diretto tra amministratori e cittadini, vero termometro della coesione sociale nei nostri territori”.

“Perchè c’è stata tanta fretta – si chiedono i cinque sindaci dell’Unione Terre di Collina. Perchè non è stata avviata una seria riflessione su una materia così delicata invece di presentarla repentinamente come uno scoop giornalistico? E poi chi può dire che quello del numero degli abitanti è un parametro sufficiente a costruire l’impalcatura istituzionale di una riforma di tale portata? E le altre variabili? Come quella sociale ad esempio o quella economica e culturale. Perchè non sono state prese in considerazione queste? I Comuni sono realtà complesse – aggiungono – e i territori non possono essere rappresentate solo da un numero: quello degli abitanti. I Comuni hanno fatto la storia di questa nazione. Hanno dato un immagine positiva del paese. Hanno valorizzato le risorse artistiche e culturali. Hanno contribuito a promuovere i territori. E in materia di spending review sono stati proprio i Comuni, per primi, a ridurre il debito e la spesa pubblica al contrario di Stato e Regione che ora, invece, come riconoscimento non sanno fare altro che tagliare loro le risorse e cercare di farli scomparire dalla carta geografica”.