Il personale precario interessato dal Bando pubblicato il 28/12 u.s. ed oggetto di attuale impugnativa al TAR, è quello che, seppur in servizio da oltre un ventennio al Comune di Caltanissetta come quello già stabilizzato, non ha potuto e non, non ha voluto, come si vuol far credere, essere stabilizzato già nel 2004.
La normativa di riferimento allora vigente non ne consentiva la stabilizzazione. Tale affermazione è facilmente verificabile consultando gli atti amministrativi relativi.
Ma vi è di più: ciò che oggi si rimprovererebbe a questo personale è il fatto di non avere accettato, allora, il declassamento in una categoria inferiore pur di garantirsi il contratto a tempo indeterminato.
Nulla di più falso, sia per il motivo di cui sopra sia perché, almeno sino all’anno 2010, per esso una tale possibilità non esisteva.
Se poi si vuol criticare, comunque solo sotto il profilo morale, come una scelta di opportunismo la scelta di alcuni lavoratori che hanno voluto e vogliono tuttora difendere la propria dignità personale e professionale cercando di mantenere la categoria di appartenenza,
(C e D in questo caso) attualmente rivestita in maniera legittima e non esercitando mansioni superiori rispetto a quelle di inquadramento come in maniera imprecisa sostenuto dai legali dei ricorrenti, ed il relativo trattamento economico, allora, che dire della scelta fatta nel 2004 da quegli ex articolisti che pur di sottrarsi alla procedura concorsuale, hanno accettato il cosiddetto declassamento, scegliendo la chiamata diretta e non certo per imposizione dello stesso Ente? Forse, anche allora, non erano da considerarsi legittime e sacrosante, le aspettative degli altri lavoratori “precari”, dei dipendenti di ruolo che aspiravano alle c.d. progressioni di carriera e dei tanti disoccupati ed inoccupati del tempo?
Ed ancora, che dire di quei numerosissimi dipendenti di ruolo del Comune che nel lontano 1978/1980, hanno potuto essere assunti in forza di una legge dello Stato (la c.d. 285) che ha posto fine ad anni di attese degli interessati con una procedura simile a quella oggi contestata da molti di loro.
E’sempre più necessario ristabilire la verità dei fatti e degli atti tenendo presente sia le esigenze dell’amministrazione comunale (che avrà avuto le sue buone ragioni nel prevedere una selezione per quei profili professionali di cui ha di bisogno oggi per continuare a garantire la qualità e quantità dei servizi erogati alla cittadinanza), sia dei lavoratori interessati, sia dei presupposti giuridico-normativi che hanno ispirato la scelta poi, tradottasi nel tanto vituperato, ” Bando di selezione” che chissà quali e quanti danni starebbe creando e creerà in futuro, ed a chi.
Poiché, tuttavia, sul punto sono chiare le posizioni delle parti, le relative argomentazioni giuridiche poste a difesa delle diverse posizioni, gli atti di causa, due ordinanze del TAR e della CGA, che è vero sino ad oggi sono andate in un solo senso, in questa sede ci preme solo evidenziare che diversi sono ancora i punti sui quali il giudizio di merito del TAR deve essere pronunciato per cui, come parte in causa, riteniamo di confidare fiduciosamente nell’esito della vicenda ma, soprattutto, nella giustizia. Peraltro, ci chiediamo perché la stampa non ha mai dato notizia dell’avvenuta approvazione da parte dell’Assessorato del Lavoro della Regione Siciliana del piano di stabilizzazione del personale precario alla cui attuazione era, ed è, finalizzato il Bando stesso.
Non riteniamo sia il caso, oggi, di lasciarsi andare ai facili trionfalismi né tanto meno abbattersi per quanto sin qui ha sancito la magistratura amministrativa, ma riteniamo moralmente riprovevole e deontologicamente scorretto per chi deve fare soltanto informazione, ci auguriamo imparziale e fondata sulla verità oggettiva dei fatti, di tutti i fatti, avere fatto, sino ad oggi, da cassa di risonanza, poi non tanto inconsapevole, di una sola parte quasi a dichiarare pubblicamente da che parte sta la stampa cittadina additando quei lavoratori c.d. “ precari” ai quali è rivolto il Bando all’opinione pubblica come persone che approfitterebbero della loro condizione per calpestare i diritti di altri lavoratori e, peggio ancora, di chi ancora un lavoro non ce l’ha.
Ci si dimentica della loro dignità, delle loro famiglie, delle loro aspettative, del fatto che da un momento all’altro potrebbero ritrovarsi senza un lavoro e che già una volta, nel 2007 in forza della c.d. legge Prodi, avrebbero potuto essere stabilizzati senza dovere ulteriormente rincorrere le numerose proroghe di una condizione di precariato che i politici di turno hanno voluto sfruttare negli anni soltanto a fini elettorali e propagandistici.
Forse è proprio questo il ragionamento che sta alla base di questa “guerra tra poveri” sorta in nome della tanta decantata legalità ma che finirà per lasciare “legalmente” molti “ morti sul campo” senza che chi riuscirà a vincerla possa trarne giovamento.
Infatti, il risparmio di spesa derivante dall’eventuale e prossimo licenziamento dei “ precari “ex ASU e PUC, al netto della perdita definitiva del contributo regionale (che dire di ciò !!!!), non basterebbe:
1) a coprire eventuali corrispondenti assunzioni che il Comune, laddove possibile, volesse effettuare;
2) a permettere al personale interno la progressione di carriera così tanto agognata, almeno in numero così consistente.
Allora? Allora è evidente che nella migliore delle ipotesi si tratta di una “ guerra tra poveri” sfuggita al controllo di chi l’ha ispirata e voluta forse anche nella non velata convinzione del “ tanto peggio, tanto meglio” che ha finito, ed ancor più finirà, per creare un danno grave non soltanto ai lavoratori interessati ( si toglie lavoro a chi già ce l’ha !! in un periodo di crisi grave è quanto dire!!!), ma anche al Comune il quale non sarà più in grado di garantire i servizi nei quali è attualmente impiegato il personale interessato con la perdita anche del relativo finanziamento regionale pari all’80% della spesa per questo personale ( alla fine pagano sempre la città ed i suoi cittadini !!!!). Speriamo soltanto che i conti siano stati fatti per bene e che tutti gli aspetti della vicenda siano stati doverosamente considerati ed analizzati.
Concludiamo augurandoci che queste riflessioni siano integralmente riportate dalle testate in indirizzo quale utile contributo alla conoscenza dei fatti, senza strumentalizzazioni o manipolazioni che getterebbero soltanto altra cortina fumogena sulla vicenda senza alcun rispetto per i lettori e per le persone e le istituzioni coinvolte. I LAVORATORI “PRECARI” EX ASU E PUC
DEL COMUNE DI CALTANISSETTA