CALTANISSETTA – E’ diventata definitiva, dopo la conferma da parte della Corte di Cassazione, la condanna a 30 anni per l’imprenditore riesino di movimento terra Salvatore Correnti. Correnti, secondo l’accusa, avrebbe messo a disposizione un escavatore della sua ditta di movimento terra per seppellire il corpo del pensionato Francesco Maurici in contrada Mezzomilione-Serralunga, tra Butera e Riesi ed il corpo dell’uomo – strangolato dall’ex capo della frangia mafiosa di ribelle di Riesi Giuseppe Tardanico (oggi pentito) il 3 agosto 2005 – sarebbe stato trasportato, a bordo della Panda bianca di Correnti, dal pescheto di contrada Judeca, di proprietà dello stesso Maurici, dove avvenne il delitto, fino al luogo dell’occultamento.
Mandante del delitto sarebbe il fratello della vittima, Carmelo Maurici, il quale avrebbe avuto dei dissidi pesanti con il consanguineo, ma è stato assolto in primo grado e si attende a breve che cominci il processo d’appello. La frangia ribelle avrebbe accettato di commettere l’omicidio in cambio di 50 mila euro, denaro da investire per acquistare armi da impiegare in una guerra di mafia per togliere il potere al clan mafioso dei Cammarata. Sulla Fiat Panda di Correnti venne trovata una macchia di sangue, ma gli esami da parte del Ris dei Carabinieri non hanno permesso di accertare si trattasse di sangue umano, visto che la macchia era troppo piccola. Alla famiglia della vittima è stata concessa una provvisionale di 140 mila euro ed il risarcimento che verrà stabilito dal giudice civile.

