Salute

Udienza preliminare via D’Amelio, il racconto della giornata. Lari:”Da Spatuzza nuovi elementi”

Donatello Polizzi

Udienza preliminare via D’Amelio, il racconto della giornata. Lari:”Da Spatuzza nuovi elementi”

Gio, 31/01/2013 - 18:40

Condividi su:

CALTANISSETTA – “Alla fine degli anni Novanta Cosa nostra si rese conto che la stagione delle vacche grasse era finita e che bisognava passare alla strategia del contrattacco”. Lo ha detto il procuratore di Caltanissetta, Sergio Lari, durante la sua requisitoria all’udienza preliminare apertasi oggi nei confronti di sette imputati, accusati aver avuto un ruolo nella strage di via D’Amelio: i boss Salvatore Madonia e Vittorio Tutino e il pentito Gaspare Spatuzza. Per Vincenzo Scarantino, Salvatore Candura, Francesco Andriotta e Calogero Pulci, autori di un clamoroso depistaggio che portò alla condanna di sette innocenti, l’accusa è di calunnia aggravata. L’udienza si è tenuta al primo piano del Palazzo di Giustizia di Caltanissetta, nell’aula “Gilda Lo Forti”.

Il capo della Dda nissena ha ripercorso le fasi delle indagini che hanno aperto un nuovo scenario sull’attentato in cui furono uccisi il giudice Paolo Borsellino e i cinque agenti della sua scorta, e che si sono avvalse del contributo del pentito Gaspare Spatuzza. – “Alla fine del ’91 –ha affermato Lari- iniziarono le riunioni ma in realtà la stagione delle stragi iniziò già negli anni ottanta, frutto di un travaglio interno alla quale Cosa nostra arrivò dopo essere stata coinvolta in una guerra di mafia che provocò oltre mille morti”. Fra le vittime, ha ricordato Lari, ci furono allora anche alcuni esponenti delle istituzioni.
“Quella mattanza – ha proseguito il capo della Procura – non poteva non avere delle conseguenze. Da li’ iniziò la reazione dello Stato e il pentitismo. Ma fu soprattutto la sentenza del maxiprocesso dell’87, a segnare per Cosa nostra la fine dell’impunità. Cosa nostra si rese conto che la politica dei singoli omicidi non pagava più. Da li’ la decisione di cambiare strategia. In queste indagini -ha aggiunto Lari- siamo stati travolti dalle dichiarazioni di Spatuzza. Abbiamo percorso un doppio binario: da un lato abbiamo fatto i conti con alcuni errori giudiziari, il che successivamente ci ha permesso di scagionare alcune persone innocenti, e dall’altro abbiamo trovato le prove su nuovi responsabili della strage”. Gli scarcerati facevano parte del mandamento di Santa Maria di Gesù indicato dal falso pentito Gaetano Scarantino, “mentre Spatuzza -ha sottolineato Lari – indica fra i mandanti uomini d’onore appartenenti al mandamento di Brancacci”.

I quattro Pm, con a capo il procuratore Sergio Lari, si sono soffermati sulle varie fasi delle indagini, ripartite quasi da zero dopo errori giudiziari e depistaggi, e sull’analisi della posizione e delle responsabilità contestate a ogni imputato. I magistrati hanno ricostruito gli anni della strategia della tensione e ripercorso i vari passaggi sulla trattativa Stato – mafia.  Il Gup ha rinviato l’udienza all’8 febbraio, annullando le altre due date, previste per domani e dopodomani.  Nel corso dell’udienza, il boss Salvuccio Madonia, considerato uno dei mandanti della strage di via D’Amelio, collegato in video conferenza ha reso dichiarazioni spontanee. Il capomafia palermitano ha posto a modo suo una questione di “legittimità costituzionale”, sostenendo di non aver avuto potuto esercitare il suo diritto di difesa perchè il Dap gli avrebbe impedito colloqui straordinari con il suo legale, benchè fossero autorizzati dal giudice. Anche Vittorio Tutino ha fatto dichiarazioni spontanee e ha lamentato la sospensione di tre quarti d’ora concessa dal giudice per la pausa pranzo, il che gli avrebbe impedito di consumare un pasto.

Il collaboratore di giustizia Gaspare Spatuzza, ha chiesto di essere processato con il rito abbreviato nell’ambito del nuovo filone d’inchiesta in cui è imputato per la strage di via D’Amelio. Posizione dunque stralciata e unificata con quella di Fabio Tranchina. Il loro processo, e’ stato fissato nell’aula bunker numero 2 di Milano per il 15 febbraio. Entrambi sono accusati di strage. Era inoltre stata stralciata la posizione dell’ex collaboratore di giustizia di Sommatino Calogero Pulci, attualmente in Germania, che ha presentato un certificato medico perchè ieri sera, è stato colto da una crisi epilettica.

Stamani, il Gup di Caltanissetta David Salvucci, aveva ammesso tutte le richieste di costituzione di parte civile. Entrano dunque nel processo come parti offese le famiglie di Borsellino e degli agenti della sua scorta, la Presidenza del Consiglio dei ministri, i ministeri della Giustizia e dell’Interno, la Regione Siciliana, il Comune di Palermo e il centro studi “Pio La Torre”.

Pubblicità Elettorale