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Disastro Pdl nel nisseno: le accuse e le domande di Giovane Italia

Redazione

Disastro Pdl nel nisseno: le accuse e le domande di Giovane Italia

Gio, 29/11/2012 - 11:30

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CALTANISSETTA – A quasi cinque settimane dalle consultazioni regionali siciliane che hanno avuto per il Popolo della Libertà siciliano, nonostante qualcuno si ostini ad asserire il contrario, un esito a dir poco scadente in tutta la regione e palesemente disastroso nella nostra provincia crediamo che non si possa più stare zitti e far finta di niente, anche alla luce delle recenti vicende politiche che dimostrano la totale miopia politica da parte dei vertici del partito.
Senza voler fare moralismi riteniamo che la causa di questo risultato sia da addebitare soprattutto alla disorganizzata gestione del partito che negli anni è diventato sempre più chiuso e auto-referenziale. Le defezioni che lo stesso ha subito in questi ultimi mesi crediamo la dicano lunga sulla scarsa capacità di ascolto dei vertici locali e sulla loro incapacità di carpire segnali inequivocabili, che non sarebbero sfuggiti nemmeno ai politici più sprovveduti. In un partito dove manca il dibattito interno, infatti, o dove i dirigenti stessi non vengono totalmente considerati, costretti come sono ad apprendere le decisioni e le linee dello stesso direttamente dagli organi di stampa, non possono essere biasimati coloro i quali sono fuggiti a gambe levate o si sono autosospesi.
Un partito come il PDL, inoltre, che vanta un movimento giovanile in provincia che gli altri partiti, da destra a sinistra, ci invidiano, ma che si è sempre guardato bene dal coinvolgere e valorizzare i giovani che ne fanno parte se non per mera convenienza (il caso Gela è emblematico) crediamo debba recitare un profondo mea culpa.
L’elenco degli errori è talmente lungo che ad elencarli tutti si rischierebbe di annoiare chiunque e per questi motivi ci asteniamo dal fare elenchi, ma vogliamo piuttosto porgere delle domande che speriamo troveranno una risposta a breve:
Come mai non si è ancora provveduto a nominare un commissario provinciale in sostituzione del dimissionario Torregrossa lasciando, seppur con poca differenza, il partito allo sbando?
Come mai il coordinamento provinciale non ha mai espresso una linea relativa alle primarie del partito, oramai vicine all’addio, e qualora lo avesse fatto in quale assemblea è stata presa tale scelta?
Come mai siamo stata l’unica provincia in Italia a non aver partecipato alla raccolta firme in sostegno dei candidati alle primarie?
Hanno forse i grandi strateghi, quasi certi del flop primarie, rivolto la loro attenzione su ben altre questioni, ovviamente discutendone direttamente a Roma e bypassando come al solito la base del partito?
Noi le domande le abbiamo fatte. Adesso attendiamo le risposte.

Giovane Italia Caltanissetta

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