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Caro carburanti, petizione online per chiedere il taglio delle accise

Redazione

Caro carburanti, petizione online per chiedere il taglio delle accise

Mer, 28/11/2012 - 16:50

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ROMA – Al via la raccolta di firme online per dire basta al caro carburante e chiedere al governo di tagliare le accise ormai scadute, promossa dal gruppo Benzinai Italiani Riuniti al quale aderiscono diversi gestori della provincia nissena.

La petizione è visionabile sul sito www.benzinaitalianiriuniti.com e sulla pagina www.activism.com/it_IT/ dov’è possibile apporre la propria firma.

L’iniziativa, avviata in collaborazione con l’associazione di promozione sociale YouQ, è sostenuta da uno spot video che spiega esaustivamente quanto incidano le accise e l’iva imposte dallo Stato sul prezzo dei carburanti, a carico di cittadini, gestori, trasportatori e lavoratori.

httpv://youtu.be/SxAv3YnwBFA

I sottoscrittori e le sottoscrittrici della petizione contro il caro carburanti chiedono tre punti fondamentali: 1) il taglio delle accise scadute, ormai storiche; 2) la rendicontazione delle accise in corso; 3) la modifica dei contratti economici e di lavoro dei gestori di carburanti.

La petizione popolare online lanciata dai Benzinai Italiani Riuniti raccoglie la voce di tutti coloro che sono stanchi dell’immobilismo e della sottovalutazione del problema, ed è destinata ai Presidenti della Repubblica, del Consiglio, del Senato, della Camera e al Ministro dello Sviluppo Economico.

L’aumento esponenziale della benzina, aggiunto all’aggravarsi della crisi economica, ha messo sul lastrico gestori di carburanti, autotrasportatori e tutte le categorie che lavorano con i mezzi di trasporto.

Le ripercussioni degli aumenti si riversano poi sugli automobilisti che sono spesso costretti a lasciare l’auto a casa.

Aumento del costo dei carburanti vuol dire, inoltre, conseguente aumento dei prezzi dei prodotti trasportati su gomma, come ad esempio quelli del settore alimentare.

Lo spot video a sostegno della petizione elenca tutte le accise che compongono il prezzo finale dei carburanti, tra le quali alcune ormai storiche ma che continuano ad essere pagate, come quelle per la guerra di Etiopia del 1935, il finanziamento della crisi di Suez del 1956, il finanziamento della guerra in Libano del 1983 e della missione in Bosnia del 1996, le ricostruzioni dopo il disastro del Vajont del 1963, l’alluvione di Firenze del 1966 e il terremoto del Belice del 1968.

Lo spot, inoltre, visualizza dettagliatamente la suddivisione dei ricavi per ogni distribuzione di carburante: ad esempio, per 10 euro erogati 5,80 euro vanno allo Stato (accise+iva), 4 euro alle compagnie, e solo 0,20 euro ai gestori degli impianti di rifornimento.

Per saperne di più sull’iniziativa contro il caro carburante e firmare la petizione è possibile visitare il sito www.benzinaitalianiriuniti.com.

Laura Spitali

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