Ammonta a 17 milioni di euro il valore economico complessivo dei reperti sequestrati nell’ambito dell’operazione Ghenos condotta dai Carabinieri del Nucleo tutela patrimonio culturale di Palermo, coordinati dalla Procura Distrettuale di Catania. L’indagine aveva portato nella prima fase investigativa al sequestro di circa 10mila reperti archeologici, di cui circa 7mila monete antiche riconducibili a diverse tipologie di conio raro, di epoca greca emesse nei territori della Magna Grecia e della Sicilia: vi sono esempi rarissimi di emissioni di monete in bronzo di eccezionale importanza storico-culturale appartenenti alle zecche di Heraclea, Reggio, Selinunte, Katane, Siracusa, Panormos e Gela.
Un altro gruppo di monete bronzee provengono da produzioni minori della cuspide nord-orientale dell’isola, quali Calactae, Alaesa Archonidea, Alontion e Tyndaris, quasi tutte in eccellente stato di conservazione. Alcune emissioni sono state ritenute da esperti numismatici di elevato interesse storico e scientifico per la loro rarità. Tra i reperti sequestrati anche monete pertinenti a zecche magnogreche e siceliote, la cui cronologia si estende dalla metà del V sec. a.C., con un’emissione in bronzo di forma piramidale di Akragas che costituisce la più antica produzione numismatica della città, fino all’avanzata età ellenistica, periodo al quale appartengono bronzi reggini e della Sicilia orientale (Menaion, Alaisa Archonidea, Kalacte e Mamertini).
Le attività investigative condotte sui territori della Sicilia occidentale hanno permesso si sequestrare anche un raro esempio di moneta bronzea della zecca di Alykiai e due della zecca di Iaitas (Monte Jato). Rinvenute e sequestrate anche alcune rarissime frazioni numismatiche originarie della zecca di Ziz-Panormos, nonché altre rare litre della nota area archeologica di Morgantina ed Herbessos. Nello sviluppo dell’indagine sono stati eseguiti 5 riscontri investigativi conclusi con l’arresto in flagranza di 6 indagati, tra cui 5 soggetti sorpresi in flagranza di reato nelle attività dello scavo clandestino, nel 2022, all’interno del sito archeologico di Baucina, mentre in altre due circostanze sono stati bloccati 3 indagati all’atto dell’esportazione illecita all’estero di reperti archeologici, con il sequestro di numerose monete avvenuto a Dusseldorf, con l’ausilio della Polizia tedesca. Le perquisizioni eseguite nel mese di novembre scorso su quei territori hanno permesso di scoprire nell’area catanese anche un laboratorio (una zecca clandestina) utilizzato per la produzione di falsi manufatti archeologici in ceramica e per la contraffazione di monete e rame allo stato puro (stampi, strumenti per la colatura, conii e bilancini). Tra le migliaia di reperti, sono stati sequestrati reperti monetali archeologici, in bronzo e in oro, alcuni rari o unici esemplari, centinaia di reperti fittili, tra cui crateri integri a figure nere e rosse, chiodi e frammenti, fibule protostoriche, anelli in bronzo, pesi, monete rudimentali (aes) in bronzo con globetti indicanti il valore ponderale e/o nominale, fibbie, punte di freccia e askos buccheroide. Sequestrati, inoltre, anche circa 60 strumenti predisposti alla ricerca di metalli preziosi, tra cui metal-detectors e diversi arnesi idonei agli scavi clandestini. (LaPresse)

