Vaticano — L’atto di chiusura del Decimo Congresso Internazionale delle Cattedre Scholas si è svolto presso il Parlamento italiano, dove è stata firmata una Dichiarazione sull’Intelligenza Artificiale e le religioni. In apertura, il deputato presidente della commissione ha ringraziato Scholas per l’invito e per il lavoro che svolge giorno dopo giorno in Italia. Ha inoltre sottolineato la partecipazione del governo italiano attraverso questa iniziativa che è Scholas, poiché «si pone sulla stessa lunghezza d’onda delle parole di Papa Francesco sulla comunità e i giovani».
A seguire, come rappresentante islamico, Arsjad Rasjid ha spiegato che «continuiamo a confrontarci con il rischio di un aumento dei divari digitali e dell’analfabetismo. Queste sono le realtà. Le realtà che dobbiamo affrontare come costo del progresso tecnologico. Tuttavia, dipende da noi prendere iniziative e risolvere i problemi per il bene dei nostri figli, della società e delle generazioni future. La domanda più importante è: che cosa intendiamo fare a riguardo? Il Governo Globale 5G ritiene che, per guidare l’IA, dobbiamo adottare la tecnologia e costruire ponti tra essa, la fede e l’umanità. Ora, perché la fede? Perché vediamo che le istituzioni religiose, come chiese, moschee e templi, hanno l’influenza e la presenza nelle comunità necessarie per plasmare un comportamento digitale migliore e una maggiore alfabetizzazione all’IA».
Come rappresentante ebraico, il rabbino di Firenze, Gad Piperno, ha affermato che «l’IA è uno strumento molto utile per individuare e analizzare i dati in un modo superiore all’essere umano, ma bisogna prestare molta attenzione affinché la dipendenza non generi pigrizia». Da parte sua, il vescovo Ariel Torrado Mosconi, che è con Scholas fin dagli inizi a Buenos Aires insieme all’allora padre Jorge Mario Bergoglio e ai fondatori José María del Corral ed Enrique Palmeyro, ha sottolineato: «Questo sogno di Papa Francesco che è stato Scholas, al quale fin dall’inizio abbiamo collaborato, e di cui non sapevamo fin dove sarebbe arrivato. È meraviglioso vedere come sia cresciuta l’opera di Scholas».
Mustafa Cenap Aydin, esperto di relazioni interreligiose, ha detto che quando si parla di Intelligenza Artificiale in un contesto di dialogo interreligioso, anche l’IA funziona attraverso il dialogo, e ha sottolineato che è importante chiedersi come, nel campo interreligioso, applichiamo ad essa i nostri pensieri e le nostre credenze.
Durante l’atto è stato innaffiato un ulivo, e ciascun rappresentante delle diverse religioni ha invitato i presenti a una invocazione religiosa, per ricordare che la tecnologia deve essere al servizio della persona e non il contrario.
Infine, Luhut, Presidente del Consiglio Economico Nazionale dell’Indonesia, ha annunciato che per l’Indonesia è una gioia accogliere il prossimo Congresso Internazionale delle Cattedre Scholas, che si svolgerà nel suo Paese.
Guardando al 2026
Con la conferma dell’Indonesia come sede della prossima edizione, Scholas consolida una rete accademica viva, globale e impegnata in un’educazione che aiuti i giovani a trovare senso in un tempo attraversato dall’intelligenza artificiale. Nell’ambito dell’anniversario della visita di Papa Francesco, il Congresso si terrà in quel Paese.
Per concludere, il presidente di Scholas ha ringraziato sia i vescovi, sia i rabbini e i rappresentanti musulmani presenti in questi giorni, così come i 130 accademici e i rappresentanti delle università dei cinque continenti, per essere da tanti anni parte di questa grande comunità educativa che si impegna ancora una volta a mettere l’accademia al servizio di risposte concrete ai dolori dei giovani e delle comunità.

