“In quei giorni, fecero di tutto per fermarci e per impedirci di arrivare alla verità. Non fui neanche avvertito dalla polizia, seppi dell’omicidio di Piersanti Mattarella dal telegiornale delle 13. Chiamai subito il medico legale, il dottore Verde, che passò a prendermi con la sua auto”. Lo afferma a ‘La Repubblica’ l’ex presidente del Senato Piero Grasso, sostituto procuratore di turno il 6 gennaio 1980. “In questa storia sono un testimone, devo dunque tenere un doveroso riserbo per rispetto alle indagini fatte dalla procura di Palermo a cui deve andare il nostro grande plauso per aver sviluppato tutti i possibili spunti di indagine che nascevano dall’atto d’impulso fatto dalla direzione nazionale antimafia nel 2017 – aggiunge Grasso – Però una cosa va detta chiaramente: non c’era alcuna traccia di quel guanto perso dal killer negli atti che furono messi a disposizione dei magistrati titolari delle indagini. Ovvero, io, il procuratore Costa, e poi successivamente il consigliere Chinnici e Giovanni Falcone”. L’ex presidente del Senato poi ricorda: “Alcune verità drammatiche le ho scoperte tanti anni dopo: sono le verità sui depistaggi e le omissioni, tutto consacrato nella sentenza definitiva per i mandanti mafiosi del delitto Mattarella. Mentre noi indagavano, l’ex sindaco Vito Ciancimino confidava all’allora questore Vincenzo Immordino che il killer di Mattarella era un terrorista di sinistra. Notizia poi fatta filtrare al capo centro del Sisde, che la rilanciò a Roma”. Riguardo ai depistaggi, Grasso sottolinea: “Piersanti Mattarella, l’uomo che voleva cambiare la Sicilia, dava fastidio al sistema di potere politico mafioso che governava l’isola, da Salvo Lima ai cugini Salvo, a Ciancimino. Ma era anche il continuatore dell’opera di Aldo Moro. Dietro quei depistaggi c’erano dunque degli scenari grandi, che possono essere letti nella chiave della convergenza di interessi fra mafiosi e altri ambienti”. I “problemi sono davvero tanti – conclude – ma lo ripeto sempre ai ragazzi: non ci dobbiamo mai fermare nella ricerca della verità, perché un Paese può definirsi democratico solo se continua a cercare la verità e non ha paura della sua storia”.
Omicidio Piersanti Mattarella, Grasso: “Troppe omissioni, verità fa ancora paura”
Sab, 25/10/2025 - 09:02
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