Salute

Una giovane chirurga nissena parte per l’Uganda: una storia di coraggio e solidarietà

Redazione

Una giovane chirurga nissena parte per l’Uganda: una storia di coraggio e solidarietà

Ven, 27/06/2025 - 23:53

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In un tempo in cui le cronache sono spesso dominate da storie di violenza, degrado e disillusione, raccontare una bella storia diventa un atto necessario. È una boccata d’aria, un piccolo raggio di luce. E oggi quella luce arriva da Francesca Lo Celso, giovane medico nisseno, che ha scelto di partire per l’Uganda, per trascorrere sei mesi all’ospedale di Aber, nel distretto di Oyam, grazie a un progetto di Medici con l’Africa Cuamm.

Francesca si sta specializzando in Chirurgia a Trieste, e ha deciso di mettere in pausa le sue certezze per seguire una chiamata più profonda: quella dell’umanità, dell’amore per il prossimo, del desiderio di fare la differenza. Lo ha fatto non per curriculum, ma per cuore. «Voglio cambiare la lente con cui guardo la vita – racconta – riscoprire me stessa e l’amore per la mia professione».

Non è un viaggio semplice né scontato: sarà la sua prima volta in Africa, in una realtà in cui fare chirurgia significa spesso arrangiarsi con poche risorse e tanta determinazione. Ma Francesca parte con la consapevolezza che si può essere utili anche senza avere tutto. Con la speranza che questa esperienza sia solo l’inizio di un cammino più lungo, capace di restituire senso, motivazione e umanità.

L’ospedale in cui opererà è sostenuto da Medici con l’Africa Cuamm, la più grande organizzazione italiana in campo sanitario nei paesi africani. Solo nel 2023, Cuamm ha supportato 354 strutture sanitarie in Uganda con oltre 130 operatori. Francesca contribuirà al programma “Prima le mamme e i bambini”, in una delle zone più povere e dimenticate del continente.

La sua è una scelta che commuove e che ci ricorda quanto la nostra città, troppo spesso narrata solo nei suoi problemi, sia anche capace di esprimere storie bellissime. Francesca è l’esempio di una gioventù che non si arrende, che studia, si forma, e poi dona. Che unisce il talento alla gentilezza d’animo, e che sceglie la solidarietà quando il mondo sembra andare in frantumi.

Raccontarla, oggi, è un dovere. Perché ci fa bene. E perché ci ricorda che da Caltanissetta può partire anche un piccolo grande gesto d’amore.