Il clan Don Chisciotte del Gruppo Scout CL 9 di Caltanissetta è stato testimone di speranza al Giubileo degli Adolescenti che si è tenuto a Roma dal 25 al 27 aprile. E a raccontare l’intensa esperienza è Simona Campanella, capogruppo del Gruppo Scout Agesci Caltanissetta 9 e anche capoclan del Don Chisciotte.
“I ragazzi avevano talmente tanto desiderio di partecipare al Giubileo che durante tutto l’anno si sono impegnati in attività di autofinanziamento, cosi da potersi permettere i costi dell’autobus e dell’iscrizione senza dover pesare sulle famiglie – dice Simona Campanella, con voce sfumata dall’emozione –. Ed è stato anche molto bello perché hanno collaborato anche le famiglie, gli altri capi, i Lupetti.”

Il tema del Giubileo degli Adolescenti era la speranza, tema che ricorre nello scautismo e nella sua volontà di educare i ragazzi a lasciare il mondo migliore di come lo si è trovato: “Lo scautismo educa all’impegno civico e alla voglia di cambiare le cose – racconta ancora Simona –. E le cose si possono cambiare con una visione positiva della vita, se si guarda a essa e alle relazioni con la speranza.”
Tuttavia, la notizia della morte di Papa Francesco, avvenuta pochi giorni prima della partenza, ha lasciato la tristezza nel cuore, ma la sua essenza è comunque cara e costante.
“Papa Francesco nel suo mandato ha insistito molto su tanti temi che coincidono con la proposta educativa dello scautismo – spiega la capoclan Don Chisciotte –. Gli scout sono laboriosi ed economy, puntano all’essenzialità e Papa Francesco a proposito della chiesa diceva proprio che bisogna spogliarsi di tutti quegli orpelli inutili per andare poi all’essenzialità del messaggio.”

La voglia di donarsi in tutti modi, dunque, privandosi di ciò che è superfluo e guardare soltanto alle cose importanti della vita. Altri punti cari allo scautismo sono la pace e l’accoglienza: “Gli scout sono amici di tutti e fratelli di ogni altra guida e scout.”
Accogliere il prossimo indipendentemente dalle condizioni economiche, sociali, religiose e fisiche, con uno spirito di servizio che va oltre e che è il pilastro fondamentale dello scautismo.
“La morte del Papa per noi è stata una doccia fredda, siamo rimasti molto scoraggiati – prosegue ancora Simona Campanella –. Però ci siamo resi conto che potevamo comunque effettuare il pellegrinaggio alle porte Sante, vivere il Giubileo della Chiesa per essere testimoni di speranza e di impegno e onorare un Papa che per gli scout ha significato molto.”

Infatti, il clan Don Chisciotte ha partecipato ai funerali del Pontefice recandosi a Roma e vivendo un’avventura che gli ha dato ricchezza dal punto di vista emozionale e umano.
“Siamo partiti con l’autobus, nell’essenzialità e nella scomodità, fattore che però ci ha permesso di unirci ancora di più perché quando si vivono delle esperienze anche un po’ faticose si è più portati a condividere non solo l’aiuto, ma pure la vicinanza e l’allegria.”
Il clan Don Chisciotte è stato accolto dalla parrocchia Santissimo Nome di Maria dove gli è stata dedicata una cura e un’attenzione particolari e dove hanno anche trovato due comunità di ragazzi provenienti da Cuneo e da Fossano.

“È stato veramente toccante vivere in presenza i funerali del Papa – continua Simona –. Noi abbiamo avuto la fortuna di poter entrare proprio in piazza San Pietro ed eravamo dietro l’obelisco, quindi molto vicini.”
Simona racconta delle intense emozioni provate e delle sensazioni che hanno pervaso l’animo vedendo il popolo esprimersi con ardore e sottolineando le azioni concrete che il Santo Padre ha posto in essere nel mondo.
“Vedere la salma del Papa nella sua semplicità ti fa comprendere come il messaggio sia più importante del messaggero – dice la capoclan Simona –, anche quando quest’ultimo è l’incarnazione di Dio padre in terra e quindi un papa che ti riporta a una dimensione di riflessione su quella che è la reale missione.”
La missione di ciascun uomo nel mondo è quella di impegnarsi nei luoghi dove il Signore lo ha chiamato a operare nella famiglia, nel lavoro, nello scautismo, nel sociale, come sottolinea Simona Campanella, ma anche nei ruoli che ciascuno di noi riveste “senza innamorarci di noi stessi ma rimanendo sempre e solo innamorati del messaggio che siamo chiamati a portare e per il quale siamo impegnati.
L’esperienza vissuta dal clan Don Chisciotte è proseguita con un cammino sul pezzetto della Via Francigena che va su Via Appia Antica: “Abbiamo seguito il percorso a piedi per sentirci pellegrini, in unione con tutti i pellegrini del mondo, e abbiamo anche reso omaggio alla patria.”
Infatti, i giovani scout, nel pomeriggio del 25 aprile, si sono recati all’Ara Pacis dove hanno visto la fiamma e assistito al cambio della guardia, per evidenziare un altro tema legato allo scautismo, ovvero l’amore per la patria.
“La promessa scout recita ‘Con l’aiuto di Dio prometto di fare il mio meglio per compiere il mio dovere verso Dio e verso il mio paese’ – spiega Simona Campanella –. E noi scout la traduciamo nelle azioni concrete affinché possiamo lasciare il mondo migliore di come l’abbiamo incontrato, ma il significato è più ampio, quello dell’impegno verso il proprio paese dove partendo dal piccolo territorio si va ad abbracciare l’intero mondo.”
E il tesoro che il clan Don Chisciotte ha portato a casa è rappresentato dalla voglia di impegnarsi ancora di più, da quel senso di fratellanza e di unione “che solo la chiesa riesce a dare e quell’accoglienza che la parrocchia Santissimo Nome di Maria ha manifestato concretamente”.