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L’inflazione della carta igienica, prezzi su del 44%: meno prodotto e prezzi più alti. 3 milioni di alberi nel wc

Redazione

L’inflazione della carta igienica, prezzi su del 44%: meno prodotto e prezzi più alti. 3 milioni di alberi nel wc

Dom, 26/05/2024 - 19:55

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Rotoli e rotoloni sempre più cari. Ma anche sempre più piccoli, altro che 4 veli. E un costo ambientale altissimo: 3 milioni di alberi sacrificati. Anche la carta igienica incappa, come tutti i prodotti ad alto consumo, nell’inflazione galoppante spinta ance in questo caso dalla scarsità di materie prime dovute alle crisi geopolitiche e dal caro-energia per la produzione ed il trasporto. Così dai calcoli dei consumatori sui dati del Mimit si scopre che questo bene primario ha subito un rincaro a due cifre negli ultimi 3 anni: in media +44%.

Il Centro di ricerca sui consumi (Crc) spiega che una confezione da 4 rotoli costava in media in Italia 1,74 euro nel 2021, mentre oggi, per la stessa confezione, si spendono mediamente 2,51 euro, con un aumento esattamente del +44,2%. Ma basta farsi un giro al supermercato per scoprire che le marche più note viaggiano ormai abbondantemente sopra i 4 euro. Ma chi spende di più?

E’ Bolzano la città dove la carta igienica costa di più, 3,40 il pacco da 4 rotoli, seguita da Grosseto (3,15 euro), Udine (3,06 euro) e Trento (3,03). – dice Crc – Sull’altro versante della classifica Siracusa, con un prezzo medio di 1,77 euro, è la provincia più economica d’Italia, seguita da Bari (1,81 euro) e Mantova (1,87 euro).

Se si analizza l’andamento dei listini al dettaglio tra il 2021 e il 2024, emerge come i rincari più pesanti si registrino a Grosseto e Ferrara, con una variazione dei prezzi che supera il +89%, +85% a Bolzano, Udine e Livorno. Le province dove la carta igienica è rincarata di meno nel triennio sono Messina (+14,5%), Bari (+15,3%) e Vercelli (+17,3%).

“Si stima che il mercato della carta igienica valga in Italia circa 1,2 miliardi di euro all’anno. – afferma il presidente del comitato scientifico Crc, Furio Truzzi – Un bene talmente indispensabile che, come si ricorderà, durante la pandemia fu uno dei primi a sparire dagli scaffali dei supermercati. A pesare sui rincari dei prezzi ci sono più fattori: in primis la crisi delle materie prime, con la guerra in Ucraina che ha portato ad un crollo delle importazioni di legno dalla Russia da cui si ottiene la cellulosa indispensabile per produrre la carta igienica, e il conseguente rialzo delle quotazioni internazionali della fibra corta, salite a gennaio del 68% rispetto ai livelli pre-rincari.

Ci sono poi i maggiori costi di produzione determinati dal caro-energia”. Poi c’è la “shrinkflation”, cioè meno prodotto allo stesso prezzo o addirittura più caro: “negli ultimi anni numerosi brand hanno ridotto la dimensione dei rotoli di carta igienica, inserendo meno fogli e quindi meno quantità di prodotto nelle confezioni. – spiega il presidente di Assoutenti Gabriele Melluso – Una inflazione occulta che si aggiunge ai rincari registrati presso negozi e supermercati.

Ci chiediamo che fine abbia fatto l’indagine avviata nel 2022 dall’Antitrust per monitorare tale fenomeno”. Infine il costo ambientale: “in Italia ogni anno quasi 3 milioni di alberi finiscono nel wc”, afferma la Società Italiana di Medicina Ambientale (Sima). “Se srotolassimo e mettessimo in fila tutti i rotoli di carta igienica consumati in Italia nell’arco di un anno, si riuscirebbe a coprire la distanza tra la Terra e Marte, pari a circa 228 milioni di chilometri”.

Alternative? “ad esempio la carta igienica riciclata utilizza carta già prodotta in precedenza e permette quindi di evitare l’abbattimento di nuovi alberi, riducendo i consumi di acqua ed energia per la sua produzione. Esiste poi la carta igienica in bambù, una pianta che cresce molto velocemente e non richiede l’utilizzo di fertilizzanti o pesticidi. Nella scelta del prodotto da acquistare, è importante verificare l’esistenza delle certificazioni FSC (Forest Stewardship Council) o Ecolabel, che garantiscono la produzione da foreste gestite in modo responsabile”.