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Liberazione: orgoglio, rimpianto e tristezza del 25 aprile

di Orfeo

Liberazione: orgoglio, rimpianto e tristezza del 25 aprile

Gio, 25/04/2024 - 15:28

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Liberazióne s. f. [dal lat. liberatio -onis]. – L’atto, il fatto di liberare, di liberarsi o di essere liberato (da una soggezione, da un male, da un vincolo, da un controllo.

La ricorrenza del 25 Aprile mi riempie di orgoglio, ma anche di rimpianto e tristezza.

Orgoglio

Il popolo Italiano, povero e subscolarizzato, ha acquisito la consapevolezza che l’oppressione fascista lo avrebbe portato alla guerra, alla distruzione, al nichilismo morale.
Ha saputo tradurre questa consapevolezza nelle Resistenza, temeraria attività condotta con precisione chirurgica, contro un nemico potentissimo, con mezzi quasi inesistenti, attraverso azioni militari e di intelligence, costruiti esclusivamente sulla creatività, ferrea volontà e resilienza (termine ahimè oggi abusato) dei “soldati della resistenza” più comunemente denominati partigiani, pregnati da ferreo rigore morale.

Rimpianto

Non vedo residuare molto di quel rigore morale, volontà e creatività nei nostri connazionali di oggi, più interessati ai ponti primaverili, che a commemorare i Caduti, connazionali oggi armoniosamente rappresentati da Istituzioni politiche fallaci, che non perdono occasione per apparire immotivatamente “partigiane”, svilendo così anche il significato della parola “partigiano”, simbolo stesso della Resistenza, avventurandosi in futili polemiche, che ignorano e vilipendono il sacrificio delle vite umane dei nostri “liberatori”, offendendo così proprio coloro grazie ai quali, oggi, hanno la “libertà” di dire, spesso a sproposito, tutto ciò che ritengono utile alla loro insulsa visibilità politica.

Tristezza

Per la consapevolezza di un popolo sovra scolarizzato, che dovrebbe essere infinitamente più cosciente del popolo della resistenza, invece composto, per la parte prevalente da gente distratta e superficiale.

Il 25 aprile, oltre che’ ricorrenza celebrativa del riscatto di un popolo povero ma generoso, debole ma coraggioso, ignorante delle esistenza delle istituzioni ma patriota, sub scolarizzato ma creativo, è anche l’elegia
di un popolo abbiente ma avaro, forte ma pauroso, sapiente delle istituzioni, ma indifferente ai valori della patria, colto ma ignavo.

Fonte Foto: Shutterstock

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