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È siciliano il laureato più giovane d’Italia. Per Mike Giuseppe Romeo titolo a 20 anni, 5 mesi e 25 giorni

La Sicilia

È siciliano il laureato più giovane d’Italia. Per Mike Giuseppe Romeo titolo a 20 anni, 5 mesi e 25 giorni

Gio, 07/03/2024 - 10:09

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“Complimenti a Mike Giuseppe Romeo di Piedimonte Etneo che, con i suoi 20 anni, 5 mesi e 25 giorni, è il laureato più giovane d’Italia”

Questi gli auguri al giovane dottore da parte del Presidente della Sicilia Renato Schifani.

Nella cittadina etnea ha frequentato gli studi fino alla quinta elementare, dalla prima media fino al primo anno del liceo scientifico ha studiato a Francoforte mentre dal secondo al quarto liceo ha frequentato le superiori a Barcellona, in Spagna, da dove, a soli diciassette anni, è partito alla volta di Milano.

All’Università Bocconi ha frequentato il corso di laurea in Economia Aziendale e Management, il cosiddetto Cleam, terminando il ciclo della triennale a soli vent’anni.

Lo scorso 20 ottobre 2023, Mike, ha tagliato il traguardo del più giovane laureato d’Italia. Su più di 360mila laureati di I e II livello nell’anno 2023, Mike ha infatti bruciato le tappe con i suoi venti anni, cinque mesi e venticinque giorni.

Dall’intelligenza vivace e versatile, Mike Romeo, è un cittadino del mondo. Il lavoro del padre, giocatore professionista di poker, che esercitava online, gli ha consentito di viaggiare ed aprire la mente a diverse realtà e modalità di insegnamento. Nel gennaio 2023 il giovane piedimontese si sottopone ad un’operazione al cuore. Quel contatto con la fine gli dà una “scossa”.

Grazie alla psicoterapia cura il Disturbo Ossessivo Compulsivo, vive sei mesi in Australia, lancia la sua start-up e diventa il più giovane laureato d’Italia, “carica” cui non dà peso. «Il mio sogno è quello di fondare una scuola innovativa dove si fanno anche lezioni di futuro – dichiara Mike Romeo – Tra un paio di anni vorrei fare, ad Harvard, un master sull’Innovazione nel mondo dell’Educazione. Ho rinunciato agli studi in magistrale alla Bocconi e sto lavorando con amici su un’idea di start-up. Molti credono che io sia pazzo ma per eccellere bisogna essere ossessionati e spostare di continuo i propri obiettivi, renderli mobili. Seguirli senza volerli raggiungere. Se non hai una passione, impegnati a trovarla. Se la possiedi, lanciati».

Abbiamo chiesto a Mike quali sono i suoi progetti per il futuro. In lui convivono due anime: quella razionale e programmatica e l’altra sognatrice e sregolata.

Il sogno

«Forse con un po’ di presunzione, il mio obiettivo ultimo, quello per cui vorrei esser ricordato un giorno, è un radicale cambiamento del sistema educativo italiano. Penso ci sia un gap enorme fra le competenze che la scuola ci insegna in questo momento e le competenze che effettivamente servono per navigare il mondo di domani. Oltre che fare storia, dovremmo fare lezioni di futuro. Oltre che studiare i longobardi, dovremmo saperne di di intelligenza artificiale, di cybersecurity. Ci vuole un cambio di paradigma».

Prima di parlare di futuro, però, Mike ripercorre le veloci tappe del suo recente passato: «Ciò nonostante, per ora, il mio percorso di studi non ha nulla a che vedere con Scienze dell’educazione. La specializzazione che ho scelto all’interno del mio corso di laurea verte su start-up e innovazione. Questa è la mia passione. Al momento sto lavorando su due start-up e devo decidere quale lanciare. Una si chiama “Pamina” e si basa su uno speciale secchio della spazzatura che fa la raccolta differenziata in automatico e autonomamente, l’altra si basa sull’organizzazione di viaggi di volontariato esperienziali per gruppi di ragazzi. L’idea viene da un viaggio che ho fatto in Ruanda, qualche anno fa, dove ho aiutato a costruire una scuola. E’ stata un’esperienza incredibile e penso che prove come questa possano cambiare le vite e le prospettive delle persone. Mi piacerebbe creare un’agenzia che organizza questo tipo di viaggi, che sono esperienze di vita. Nei prossimi otto anni voglio lanciare e costruire un’azienda. Maturato questo progetto imprenditoriale, tornerò a studiare. Lo step successivo sarà quel master in educazione ed imprenditoria, in America, per poi avere la possibilità di entrare nel sistema scolastico e raggiungere il mio obiettivo ultimo».

Ascoltandoti la domanda sorge spontanea: ma perché invertire le fasi del percorso convenzionale, iniziando con il lavoro e finendo con lo studio, con il completamento del percorso accademico.

Queste due anime, lo startupper e l’educatore, potrebbero sembrare molto lontane. Invece, confluiscono nel mio obiettivo di cambiare il sistema scolastico, soprattutto in quelli che sono gli ultimi anni delle scuole superiori e quelli universitari fondamentali nella definizione del proprio futuro lavorativo – risponde Mike – Io credo che prima di diventare un allenatore devo essere un giocatore. Quindi, prima, devo esser capace di portare innovazione in un dato settore e, solo dopo, avrò le basi per poter insegnare ai giovani come avere un impatto sul mondo, unendo le competenze psicologiche ed educative».

Hai pensato che un progetto così ambizioso potrebbe fallire?

Sì. E mi rendo conto che qualcuno potrebbe considerarmi anche megalomane. Sicuramente nel portare avanti il mio progetto incontrerò mille problemi. Potrei rischiare di ricominciare a studiare a cinquant’anni. Però questa è la visione che ho della mia vita. E se un giorno, cercando su wikipedia “Mike Giuseppe Romeo” si leggerà: “inventore del metodo pedagogico Romeo”, allora, potrò dirmi realizzato. Aggiungo che grazie al finanziamento della start-up potrei anche pagarmi il costosissimo master americano e questo sarebbe l’unico modo per farlo, dato che di comune accordo con i miei genitori abbiamo deciso che non continuassero a mantenermi».

«Sono molto orgoglioso di mio figlio – commenta il papà Andrea Leonardo – ma ciò che conta veramente per me è che metta la stessa tenacia per andare alla ricerca della sua felicità. Questo dev’essere il suo obiettivo primario». E la mamma Francesca conclude: «Il mio augurio più grande è che Mike possa sempre stare bene con se stesso. Questo è il successo più duraturo».

La famiglia del laureato più giovane d’Italia ha il vizio della gioventù da record. Infatti, Mike ha vent’anni ma papà Andrea ne ha quarantatre, mamma Francesca quarantatre, nonno Pippo sessantadue e nonna Pina ne ha cinquantanove.

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