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Regionali: Alessandra Todde è la prima donna presidente nella storia della Sardegna

Redazione 3

Regionali: Alessandra Todde è la prima donna presidente nella storia della Sardegna

Mar, 27/02/2024 - 09:45

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È finita così, è finita che in SARDEGNA ha vinto il cosiddetto “campo largo”. Ma prima di tutto ha vinto Alessandra Todde, prima donna a ricoprire questo ruolo nella Regione e nuova presidente della SARDEGNA, visto che ha preso più voti della somma dei partiti che la sostenevano.

Il voto disgiunto ha infatti punito Paolo Truzzu, sindaco di Cagliari, che non è stato votato a sufficienza nemmeno nella sua città. Imposto da Giorgia Meloni al posto dell’ex presidente Christian Solinas, Truzzu sembra anzitutto non aver convinto tutti i partiti della coalizione, a partire dalla Lega che si è vista scippare la candidatura.

C’è da dire che le basse performance di Solinas avrebbero messo in difficoltà qualsiasi candidato alternativo, ma senz’altro il destra-centro non è stato premiato dalla modalità di scelta della candidatura, piovuta dal cielo da Roma. Per l’alleanza M5s-Pd la vittoria è una ottima notizia per rilanciare il campo largo anche in altre Regioni e Comuni, ma Giuseppe Conte ci tiene a mettere subito le cose in chiaro: “Abbiamo vinto con la forza e la competenza di Alessandra, con le proposte serie e credibili, con un ‘campo giusto’ con le altre forze politiche. Non servono ammucchiate, campi larghissimi e minati”, dice il presidente del M5s festeggiando “la nostra Alessandra Todde”.

Nostra, del Movimento 5 stelle, appunto. Il Pd, ancora una volta, rischia di doversi adeguare.

Lietamente, a quanto sembra: “La SARDEGNA indica che la strada imboccata tra mille difficoltà nel settembre 2019 era quella giusta. Ora va percorsa con convinzione e generosità”, dice l’ex ministro dei Beni culturali Dario Franceschini, rilanciando l’alleanza che fece nascere il Conte 2. Non mancano i problemi, tuttavia, fuori dall’isola: a partire dalla politica estera, avverte Lorenzo Guerini, presidente del Copasir. Non esattamente un dettaglio. È più il Pd a voler rilanciare l’alleanza, insomma, che il M5s. Anche laddove ancora non c’è. Come in Basilicata, dove ad aprile si vota e dove l’alleanza è possibile. Ma c’è chi vorrebbe strutturarla anche a Firenze, dove altrimenti il M5s rischia di unirsi alla lista promossa dal rettore dell’Università per Stranieri di Siena Tomaso Montanari.

“Sono contenta di essere qui con Giuseppe Conte e con Elly Schlein per questo risultato perché è un risultato dei sardi ma anche di una coalizione che ci ha creduto e ha investito su questo risultato” ha dichiarato Alessandra Todde stanotte nel suo comitato insieme a Giuseppe Conte ed Elly Schlein. “Sono molto contenta, molto orgogliosa. Dai dati si profila una vittoria. Oggi si può scrivere una pagina importante per la SARDEGNA. Io non mi sono mai sentita una capopopolo. C’è una squadra forte e coesa. Voglio ringraziare lo staff e tutti quelli che hanno lavorato con noi”, ha aggiunto. Con Todde il leader del M5S Giuseppe Conte e la segretaria del Pd Elly Schlein. I tre si sono presentati alla stampa abbracciati. “Sono molto contenta, visti i dati che abbiamo a disposizione, di quello che si profila, della storicità di questo risultato, della prima donna presidente nella storia della SARDEGNA“, ha concluso Todde.

 “Voglio esprimere le mie sincere congratulazioni ad Alessandra Todde, che con la sua elezione conquista diversi primati: la prima donna alla guida della Regione Sardegna e la prima presidente di Regione del Movimento 5 Stelle. Faccio i complimenti sia ad Alessandra che a tutta la struttura del Movimento 5 Stelle, che ha seguito passo dopo passo le elezioni regionali della Sardegna”. A dirlo è il coordinatore regionale del Movimento 5 Stelle Sicilia, Nuccio Di Paola, che aggiunge: “La vittoria di Todde con tutta la coalizione è la dimostrazione che un’alternativa alle destre è possibile, che Meloni e Salvini possono essere battuti e che è fondamentale che il Movimento 5 Stelle faccia da collante a questa coalizione, tanto nelle regioni, quanto a livello nazionale con il presidente Giuseppe Conte che ha messo in campo un modello vincente”. “Noi in Sicilia non ci fermeremo un solo giorno per continuare a costruire il fronte alternativo alle destre e a Schifani, destre che stanno facendo solo interessi personali anziché lavorare per il bene dei siciliani”, conclude Di Paola. 

Per la destra è il primo segnale di stop dopo una corsa che fin qui è stata inarrestabile. Uno stop che riacutizza le tensioni interne alla maggioranza, che andranno inevitabilmente avanti fino alle elezioni europee. Meloni ha molto da rimproverare anzitutto a sé stessa. Le tensioni sarde non avranno conseguenze sugli equilibri di governo, forse, come spiega Antonio Tajani, ma inducono i partiti del destra-centro a una forzata riflessione. Anche perché lo scherma si potrebbe riproporre nelle prossime settimane, in un anno elettorale che è molto denso. E fin qui, la destra ha sempre trovato il modo di presentarsi unita e compatta almeno nelle urne, era diventato quasi un luogo comune. Per la prima volta l’armonia è stata compromessa a vantaggio dell’alleanza demo-populista.

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