“Noi stiamo agendo con molta discrezione .. moltissima discrezione, io mi rendo conto che alcuni di voi hanno dei ruoli all’interno delle istituzioni magari non vogliono comparire. Per cui è possibile anche compartecipare, avere notizie senza per questo dover comparire”.
Così parlava il docente Francesco Scala indagato con l’avvocato Saverio Ingraffia e l’ex esponente di Avanguardia Nazionale Adriano Tighler nell’ambito di una inchiesta dei pm di Caltanissetta su un piano fascista per screditare i magistrati scomodi.
Gli indagati, non sapendo di essere intercettati, parlano apertamente della intenzione di “tenere segrete” almeno in parte “finalità e attività sociali” del loro piano. “.. Ti volevo dire che fra l’altro là va modificato… ho visto che c’è scappata qualcosa sul manifesto, bisogna modificarlo Adriano, perché non possiamo scrivere ‘per monitorare l’operato della magistratura'”, dice l’avvocato a Tilgher. “.. E anche perché ci tiene lontani anche eventuali magistrati che resistono, te lo dico chiaro, e non abbiamo bisogno anche di quelli…”, aggiunge. “Perché se a qualcuno viene il prurito, ci fottono”, proseguiva.
“Allora tu, in quella roba li, è fa fà una figura i merda al giudice, perfetto! dopodiché, se contemporaneamente, chi ha conoscenza delle cose, ci fa una mappatura per cui noi sappiamo che il giudice x che non sà scrivere una sentenza, non le sa fare, è legato a doppio filo ed è compagno di merenda del giudice y, noi a quel punto possiamo agire bene, perchè mandiamo una serie di pizzini, colpiamo a sua suocera perchè nuora intenda”. E possiamo fare tutta un’operazione strategica, sotto traccia, che ha una sua efficacia…io sono convinto che questa è la strada, che piano piano costruisci, che piano piano e… e acquisti…”, proseguiva. “È a malapena il caso di osservare – scrive la Procura nel decreto che ha disposto le perquisizioni per Scala e gli altri coinvolti, “come, nella prospettiva appena tratteggiata dalla viva voce dell’indagato, ‘Osservatorio diviene una vera e propria associazione che ha quale primario obiettivo quello di porre in essere una illecita turbativa dell’operato dei magistrati, mediante minacce anche implicite.