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Forze dell’Ordine protagoniste al convegno su “Odio on line: caratteristiche e strumenti di risposta”

Redazione 1

Forze dell’Ordine protagoniste al convegno su “Odio on line: caratteristiche e strumenti di risposta”

Sab, 15/10/2022 - 08:42

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Si è concluso il convegno dal titolo “Odio on line: caratteristiche e strumenti di risposta” organizzato presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano dall’Osservatorio per la Sicurezza contro gli Atti Discriminatori (OSCAD), dalla Coordinatrice Nazionale per la lotta contro l’Antisemitismo della Presidenza del Consiglio, la Professoressa Milena Santerini e dall’Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali (UNAR).

L’incontro, realizzato nell’ambito della progettualità europea “REASON – REAct in the struggle against Online hate Speech”, oltre ad aver rappresentato un momento di riflessione e di approfondimento sulle caratteristiche del discorso d’odio on line, sulla sua definizione e sulle dinamiche connesse con la sua diffusione, ha costituito anche l’occasione per una condivisione di metodologie di contrasto all’hate speech da punti di vista diversi: quello delle Forze dell’Ordine, dell’Università e della Pubblica Amministrazione.

“Un’occasione unica di dialogo e di confronto” ha sottolineato, in apertura dei lavori, il Prefetto Vittorio Rizzi, Vice Direttore Generale della Pubblica Sicurezza e Presidente dell’OSCAD,“che ci porterà nuovi stimoli e nuovi suggerimenti per azioni future, perché c’è ancora molto da lavorare tenendo sempre ben presente che odio e discriminazione possono anche palesarsi nel mondo virtuale, ma le vittime sono sempre tragicamente reali”.

L’expertise in materia di contrasto del Cyber crime del Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni è stata rappresentata dal Direttore, Primo Dirigente della Polizia di Stato, Ivano GABRIELLI, che oltre ad aver illustrato un quadro sulle cause di aggressività sul web e un’analisi delle principali figure di “odiatori”, ha fornito i dati dei casi trattati nello scorso anno dimostrando come la diffamazione ha rappresentato la forma più eclatante di reato compiuto on line con ben 2455 casi trattati contro i 203 di stalking, gli 806 di minacce, i 265 di revenge porn ed i 157 di istigazione.

Il dott. Stefano DELFINI, Dirigente Superiore della Polizia di Stato, Direttore del Servizio Analisi Criminale, ha illustrato gli esiti dell’attività di monitoraggio che ha evidenziato, durante la pandemia, una recrudescenza delle manifestazioni di odio on line nei confronti delle categorie professionali in prima linea, ovvero giornalisti, amministratori locali, e personale sanitario.

Durante il convegno sono stati presentati anche specifici focus sull’Antisemitismo on line. In particolare la Professoressa Milena Santerini, promotrice del Convegno, ha presentato alcuni cenni sulla Strategia Nazionale di lotta contro l’Antisemitismo, mentre il ricercatore dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, Stefano PASTA ha illustrato i risultati di alcune ricerche sociologiche confluite nella sua opera “Razzismi 2.0. Analisi socio-educativa dell’odio on line”.

A sottolineare la grande attenzione del law enforcement sul tema, l’incontro è diventato anche un’occasione di formazione per oltre 400 operatori: i referenti territoriali OSCAD della Polizia di Stato e dell’Arma dei Carabinieri, presenti in tutte le province italiane, e i formatori delle scuole della Polizia di Stato che insegnano le materie dei diritti umani e dei crimini d’odio che hanno potuto prendere parte al seminario da remoto.

Il binomio formazione ed attenzione alla vittima, che ha costituito il fil rouge di tutto il convegno, può essere sintetizzato nelle parole dalla Dott.ssa Elisabetta Mancini, Dirigente responsabile dell’OSCAD, che nel suo intervento ha sottolineato come “solo chi è stato vittima di un’aggressione verbale può sapere quanto possano far male parole di umiliazione, insulto, denigrazione con conseguenze talvolta drammatiche. Quello che cerchiamo di trasmettere ai nostri operatori nelle attività di formazione è che la capacità di ripresa e resilienza della vittima dipende anche dalla qualità dell’approccio dell’operatore di polizia il cui ruolo è decisivo”.

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