Salute

Ci torniamo sempre al nostro “Cermano”… (di Salvatore Vaccaro)

Carmelo Barba

Ci torniamo sempre al nostro “Cermano”… (di Salvatore Vaccaro)

Dom, 30/10/2022 - 07:45

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Ci torniamo sempre al nostro “Cermano”…
Sono tanti che lo nominano, proprio lì, sul nostro paese di oltre 850 metri di
altezza, e nessuno sa di che cosa si trattasse quel nostro “Cermano o Germano” di quei secoli remoti. Ogni anno, qui ad agosto, tutti si festeggiano una madonnina, che assomiglia a quella grande nella Chiesa della Madonna delle Vanelle, proprio nel sud, sotto a quella Chiesa di
Sant’Enrico, ma non sanno di quel “Santo” ormai perduto da tanto tempo fa.
Come a quello dei “Cangiuli”, li ho fatto conoscere quell’altro “San Micheli di l’Arcangiuli”, come della festa nel 29 settembre di Caltanissetta, ed, oggi, voglio farvi sapere dal “Cermano” a quello che, invece, sarebbe ora il nostro “San Germano”, ma che, qui, come in Sicilia, non esisteva più. E il “San Germano Vescovo di Capua” nacque, sicuramente, di quel nome che è rimasto, per centinaia di anni, in una chiesetta fondata nel cuore del “Santo” e con una pittura sulla roccia, per, poi, disperderla per sempre.
Sono convinto, anche adesso, che quella antica cappella religiosa in una pietra, lì in alto, guardando nella zona del sud, sembra qualcosa “rotonda” e circolare come nella sagoma grigia, probabilmente, nel profilo dell’antico “dromos”, usato nei tempi più remoti e per accedere ad un “tholos” siciliano. Chissà!? Difficile trovare come questo piccolo “tempio” elevato nella campagna, in cui “Germano il Santo” ora non c’è più, da allora, nel nostro paese, e, come tanti altri in Sicilia, sono andati tutti via. Altrove, solo alcuni, del “San Germano Vescovo di Capua”, vengono, soprattutto, nelle statue e, in particolare, nel “Patrono” in cui si festeggiano, nel giorno
del 30 ottobre, a Cassino di Lazio, a Scisciano di Campania, Davoli di Calabria, Chisone e Casale Monferrato di Piemonte, e pochi altri. E da ricordare, anche, alcune feste del Santo, però senza Capua, in Francia, come quello di Parigi e di Auxerre! Quel nostro “San Germano”, nel V^ secolo dopo Cristo, nacque proprio a Capua, ed è sempre conosciuto nel nome, ancora, di questa città, anche se non c’è più una festa o una chiesa, solo in
una tomba della Cattedrale Maria Ss. Assunta in Cielo di Capua, che sappiamo in provincia di Caserta. E questo Santo “Germano”, ricchissimo, in quei tempi lontani, diede i suoi beni per darli ai poveri e, poi, nel 516, fu eletto Vescovo di Capua e svolse anche una missione, molto delicata,
per mettere lo scisma di Costantinopoli e trattarlo a buon fine! Nella sua diocesi, anche da Vescovo, condusse la delicatezza dei giovani e, poi, la sua vita “ascetica”, fino a quando morì il 30 ottobre nel 541 d.C.. Mentre il San Gregorio Magno, nei suoi “Dialoghi”, volle scrivere di quel Santo:<<…il venerabile padre San Benedetto, fissava con intensità il suo sguardo su questo fulgore di luce, vide l’anima di Germano, Vescovo di Capua, portata dagli angeli in cielo dentro una sfera di fuoco!>>. A due cento metri, verso oriente, da questa piccola cappella, c’è un “monolite-menhir”, durante il
Neoelitico, quello grande, quasi isolato e roccioso, di 5 metri di altezza, senza riferirsi ad altri, soprattutto nel nord di Europa, molto più alti di venti metri. Si vede da sotto nella strada dei Monticelli, che inizia per Acquaviva Platani, o, vicino di sopra dal “Germano”, e assomiglia, quasi,
a un “re di pietra”, dietro da una “donna” più bassa e, poi, da tre “piccoli bambini”!? Chi lo sa! E loro, da quattromila anni, andarono sempre in direzione est, dove, ogni giorno, sorgeva il nostro sole! (Prof.Salvatore Vaccari)