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Conadi nel Nisseno continua ad accogliere “scuole coccolose” per i bambini

Redazione 2

Conadi nel Nisseno continua ad accogliere “scuole coccolose” per i bambini

Mer, 08/06/2022 - 08:43

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La sezione nissena del Conadi, associazione che si occupa della promozione dei diritti dei bambini e della loro tutela, continua a sensibilizzare cittadini, associazioni private e istituzioni pubbliche.

Il gruppo, attualmente presieduto da Maria Concetta Naro, sta lavorando attivamente per tutelare i più piccoli e indifesi non soltanto del nostro territorio locale ma anche a livello internazionale. Per farlo, ovviamente, ha bisogno del supporto di tutti ed è con questo intento che ha chiesto e ottenuto che il I e II Circolo “De Amicis” di San Cataldo assumessero la definizione di “scuola coccolosa Conadi”.

“Si tratta di attivare modalità educative e coinvolgenti, tese a promuovere l’attuazione e la conoscenza della Convenzione sui diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza dell’ONU, ratificata da ben 194 paesi sui 196 che compongono il Mondo, tra cui l’Italia con la legge n. 176 il 27 maggio 1991” ha spiegato la presidentessa Maria Concetta Naro.

Alla consegna ufficiale della nomina erano presenti, oltre alla presidentessa e alla dirigente scolastica Rossana D’Orsi, anche il consigliere nazionale Salvatore Pirrello, la referente CONADI di Caltanissetta Mariangela Galante, i referenti di San Cataldo Filippo Sardo, Giovanna Capizzi e il volontario Adriano Bella.

Nella giornata precedente lo stesso riconoscimento era stato consegnato a Loredana Schillaci, dirigente del II Circolo Didattico di San Cataldo, per la collaborazione, la disponibilità e l’impegno profusi nelle iniziative organizzate dal Conadi in favore dei bambini di tutto il mondo.

Per Conadi questa nomina non è soltanto un atto formale di visibilità ma una riconoscimento derivato anche dall’impegno già manifestato durante le prime settimane di guerra in Ucraina quando le scuole si sono concretamente attivate per raccogliere beni di prima necessità poi inviati nelle zone di guerra o nei centri di accoglienza al confine con il paese aggredito e una raccolta in denaro che ha permesso ad alcune persone di poter viaggiare verso territori di pace.

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