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Migranti: Cild, 40mila euro a giorno per 400 persone in Cpr

Redazione

Migranti: Cild, 40mila euro a giorno per 400 persone in Cpr

Ven, 15/10/2021 - 16:39

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Nel periodo 2018-2021, sono stati spesi quasi 44 milioni di euro per la gestione da parte di soggetti privati dei dieci Centri di Permanenza per i Rimpatri (Milano, Torino, Gradisca d’Isonzo, Roma-Ponte Galeria, Palazzo San Gervasio, Macomer, Brindisi-Restinco, Bari-Palese, Trapani-Milo, Caltanissetta-Pian del Lago), cui vanno sommati i costi relativi alla manutenzione delle stesse e al personale di polizia: “una media giornaliera di spesa pari a 40.150 euro per detenere mediamente meno di 400 persone al giorno che, nel 50% dei casi, verranno private della propria liberta’ senza alcuna possibilita’ di essere realmente rimpatriate nel proprio Paese d’origine”.

E’ la stima nel rapporto “Buchi Neri. La detenzione senza reato nei Centri di Permanenza per il Rimpatrio” della Coalizione Italiana per le Liberta’ e i Diritti civili (Cild), in base alle aggiudicazioni degli appalti delle prefetture. Secondo il rapporto della Cild, presentato in Senato, “la detenzione amministrativa e’ divenuta, insomma, una filiera molto remunerativa, i cui costi sono sostenuti da tutta la societa’ attraverso la leva fiscale” e “nel mezzo vi sono centinaia di persone trattenute in delle strutture che non rispettano, in molti casi, neanche gli standard dettati dal Comitato europeo per la Prevenzione della Tortura”.

Viene rilevata “una strutturale carenza di personale”, in particolare dei mediatori culturali e in alcuni casi, “i metri quadri delle singole stanze non sembrano rispettare lo standard dello spazio vitale minimo richiesto dalla Corte Europea dei diritti dell’uomo”. “Negli ultimi anni – afferma la rete di organizzazioni – alle cooperative sociali che si occupano della gestione di tali strutture, si sono progressivamente affiancate delle vere e proprie multinazionali, che in tutta Europa gestiscono Centri di trattenimento o servizi all’interno di istituti penitenziari”. Le informazioni contenute nel rapporto sono state raccolte senza poter accedere alle strutture, ma attraverso i rapporti del Garante, e Prefetture, enti gestori, giudici e avvocati.

“Oggi – scrive il presidente di Antigone, Patrizio Gonnella, nell’introduzione del rapporto – grazie all’istituzione e al lavoro del Garante nazionale dei diritti delle persone private della liberta’ le mura dei CPR si sono parzialmente sgretolate e gli occhi esterni hanno iniziato a raccontare e denunciare quello che accade dentro. E’ altrettanto rilevante, pero’, che anche le Ong e i media possano avere accesso nei Centri, in quanto portatori di innegabili interessi collettivi”

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