Quale sede dall’aprile del prossimo anno per l’enorme patrimonio di libri e documenti bibliografici (oltre 130 mila volumi) che arricchiscono la biblioteca intitolata a Mario Arnone (storico esponente del Pd locale, deputato regionale e nazionale, morto nel gennaio 2016) che la Società Nissena di Storia Patria ha allestito nei locali restaurati dell’ex convento dei Frati Minori Riformati annesso alla chiesa Santa Maria degli Angeli, di cui detiene l’affitto dalla primavera del 2016?
«Il contratto scade il prossimo 31 marzo – dice con non poca preoccupazione il prof. Antonio Vitellaro, presidente della Società – e non sappiamo se ci verrà rinnovato, visto che si dice che nell’intero complesso dell’ex convento dovrebbero essere trasferiti gli uffici provinciali della Soprintendenza ai beni culturali e ambientali. È da qualche mese che pongo il problema ma sinora non ho ricevuto alcuna risposta né dall’Agenzia regionale del Demanio statale (ricordo che la chiesa di Santa Maria degli Angeli venne dichiarata monumento nazionale nel 1902), né dalla Regione siciliana che ha curato il restauro dell’ex convento e della chiesa (oggi auditorium) con il suo bellissimo portale chiaramontano».
Il problema si è posto nel corso di questi anni, durante i quali il patrimonio bibliografico (arricchito dalle donazioni dei soci della Società di Storia Patria) è passato da 20 mila a 130 mila e oltre testi. «Quando alcuni locali del piano terra ci vennero dati in affitto – spiega il prof. Vitellaro – lo spazio era sufficiente per le nostre esigenze. Con il trascorrere degli anni non più, perché grazie all’attività dei soci e alla benevolenza dei donatori siamo riusciti a creare una biblioteca “unica” in Italia.
Spostare altrove questo immenso patrimonio culturale sarebbe oltremodo complesso. Tra l’altro, tra canone diretto e oneri assicurativi, paghiamo più di 2.000 euro l’anno. In vista della scadenza del contratto andremo a chiedere non solo il rinnovo per l’utilizzo dei locali attualmente a nostra disposizione, ma anche di altri locali del piano terra, ovvero il refettorio che c’è nella parte prospiciente il cimitero, un paio di altri locali che sono ancora all’interno dell’ex chiostro e quelli che si affacciano verso il Castello di Pietrarossa che non sono ancora restaurati. In caso di diniego, ci devono spiegare il motivo.
Mi auguro invece che la situazione possa essere risolta con il consenso di tutti e che ci venga riconosciuto il merito che noi siamo un’opportunità culturale molto importante per la città, non certamente gli ultimi arrivati. Fondare una biblioteca, arricchirla di tanti libri e di archivi documentali non è cosa da poco. In questo momento stiamo addestrando 12 ragazzi del Servizio Civile nazionale che si preparano alla catalogazione della biblioteca, operazione molto delicata, per poterla rendere fruibile a qualsiasi utente in Italia perché entra nel sistema di classificazione nazionale». Vitellaro ovviamente non è contrario alla possibile convivenza della biblioteca di Storia Patria con gli uffici della Soprintendenza (attualmente ospitati nell’ex palazzo delle Poste in via Crispi).
«La rimodulazione di competenze disposta dalla Regione riguardo alle Soprintendenze – afferma – ha in parte frazionato il lavoro di tutela del patrimonio storico culturale. I siti archeologici, per esempio, sono oggi di competenza del Parco archeologico di Gela. Ritengo insomma che i locali del primo piano siano più che sufficienti per gli uffici della Soprintendenza. E a noi tornerebbe utilissima la concessione di tutti i locali esistenti a piano terra. La coesistenza sarebbe assolutamente possibile».