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Il premier Draghi: “Nel governo serve unità”

Redazione

Il premier Draghi: “Nel governo serve unità”

Il premier incontra la Lega e invita a evitare dispetti e critiche e a focalizzarsi sui temi e gli obiettivi comuni. Ma resta il pressing per le riaperture. Le Regioni presentano una bozza per far ripartire ristoranti cinema e palestre. Il premier ha visto anche la delegazione M5s. Di Maio: "Riapriamo in sicurezza, ma basta con le polemiche"
Gio, 15/04/2021 - 22:39

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È un governo di unità nazionale. Evitiamo di farci dispetti l’uno con l’altro, di criticarci, sarebbe meglio, invece, focalizzare l’attività sui temi e gli obiettivi comuni. L’invito è del premier Draghi formalizzato ai leghisti ricevuti a palazzo Chigi. E si tratta di un invito formulato anche in Consiglio dei ministri con il presidente del Consiglio che ha chiesto collegialità, difendendo la linea del ministro dell’Economia Franco. Qualche ministro è intervenuto chiedendo maggior margini d’azione, “di gonfiare un po’ i numeri” riferisce una fonte ma è stato stoppato sul nascere, le cifre sul Def vanno comunicate a Bruxelles e anche sul ‘Recovery’ plan non si può scherzare nè rallentare i tempi.

Ma i partiti sono in pressing, ogni forza politica chiede di portare avanti i provvedimenti di riferimento, come fa per esempio il Movimento 5 stelle che difende la misura del Superbonus fino al 2023. “La delega che il Parlamento ha dato al governo non deve essere in bianco. Capiamo i tempi stretti ma vorremmo ancora dare qualche indicazione, così come gli altri partiti”, dice il capogruppo ‘lumbard’ Molinari.

E anche nelle altre forze politiche che saranno ricevute a palazzo Chigi il timore è che si tratti solo di consultazioni ma non di vere e proprie riunioni di maggioranza per condividere le scelte. La mozione di sfiducia a Speranza annunciata da Fratelli d’Italia rischia poi di dividere ancor piu’ il centrodestra. “È del tutto inutile – afferma Meloni – far trapelare voci di dissenso all’interno di qualche partito che sostiene Draghi sull’operato di Speranza. C’è un solo modo, se si vuole, per costringerlo a lasciare l’incarico di ministro della Salute: sottoscrivere la mozione di sfiducia”.

Il tema delle riaperture

“Non vogliamo la testa di Speranza ma cambi politica”, dicono dal partito di via Bellerio appoggiando, invece, al pari di Fratelli d’Italia la richiesta di costituire una commissione d’inchiesta sull’emergenza sanitaria. Leu è pronta ad aprire un caso politico, ne fa una questione di governo. Il tiro a piccione – questa la denuncia – nei confronti di Speranza deve finire. È un ragionamento che unisce la vecchia maggioranza rosso-gialla, dato che il Pd con Letta e il Movimento 5 stelle difendono a spada tratta il responsabile della Salute. Il sospetto di Leu è che dietro gli attacchi della Lega si nascondano gli interessi del partito di via Bellerio sulle spese riguardanti la sanità. Ma la tensione è sul tema delle riaperture.

Draghi domani terrà una conferenza stampa, prima ancora riunirà la cabina di regia. Per il presidente del Consiglio, riferisce chi gli ha parlato, occorre un cronoprogramma per le riaperture, ma la ripartenza avverrà dal 3 maggio, non prima. Sulla stessa lunghezza d’onda il responsabile della Salute Speranza mentre la Lega e i presidenti di Regione sono in pressing. A stoppare il piano dei governatori è anche il Cts.

Gli scienziati ritengono per esempio che non si possano allentare le misure nelle zone rosse, che si debba procedere con delle misure graduali, prevedendo per esempio nelle zone gialle le riaperture delle attività di ristorazione all’aperto, anche sfruttando l’utilizzo del suolo pubblico. Sono preoccupati per l’ok arrivato dal governo sugli Europei a Roma, non ritengono che sia possibile anche per le misure legate alle palestre dire sì all’uso dello spogliatoio.

I parametri per riaprire

Altra questione da risolvere è quella legata ai parametri: le Regioni vorrebbero ridiscuterli, inserire – e lo ha ipotizzato anche il premier Draghi – anche l’indicatore sulla vaccinazione ma sarebbe l’Istituto superiore di sanità a frenare, a causa delle differenziazioni delle somministrazioni delle dosi tra regioni. Ora l’obiettivo di Draghi è quello di accelerare sulla campagna vaccinale ma dovrà trovare pure un equilibrio tra le forze politiche della maggioranza. “La Lega – spiegano fonti del partito di via Bellerio – ha sottolineato la correttezza del proprio operato (lo dimostra il numero limitato di emendamenti al dl sostegni) ma ha evidenziato a Draghi “gli attacchi, gli insulti e le provocazioni quotidiane di segretario, ministri e dirigenti del Pd”.

Rischia poi di diventare un caso l’assenza di Matteo Salvini, annunciata all’ultimo minuto dall’ufficio stampa del segretario leghista, il quale aveva chiamato a raccolta i giornalisti, in tarda mattinata, per ribadire, dopo una riunione con i ‘big’ del partito, le richieste al presidente del Consiglio sulle riaperture. Dallo staff di Salvini si sostiene che il capo leghista abbia dato forfait per raggiungere i figli a Milano, prima di volare a Palermo per l’udienza su Open arms in programma sabato.

E si aggiunge che vi sono stati contatti telefonici con Draghi anche ieri sera. Consuetudine di buoni rapporti confermata anche da Palazzo Chigi, da dove si derubrica l’assenza di Salvini, che Draghi ha visto anche la settimana scorsa, a tema interno alla Lega. D’altronde, il tema caro al segretario leghista, ovvero quello delle riaperture – viene riferito da fonti governative – non è stato approfondito: si attendono domani i nuovi dati dei contagi e la riunione della cabina di regia. Alla delegazione leghista, guidata dal ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti, e composta dai due capigruppo al Senato e alla Camera, Massimiliano Romeo e Riccardo Molinari, dal responsabile economico Alberto Bagnai e dal sottosegretario al Mef Claudio Durigon, comunque, è arrivato dal presidente del Consiglio Mario Draghi l’invito alla cautela, a rispettare il il metodo di lavoro improntato alla collaborazione.

“Abbiamo avuto garanzia che il prossimo decreto sarà sicuramente sostanzioso. E abbiamo ottenuto che sarà dedicato interamente alle partite Iva”, ha spiegato Molinari, dopo l’incontro con il presidente del Consiglio Mario Draghi. La Lega insiste anche sul fatto che vi siano controlli sui fondi del Recovery su tutta la filiera produttiva, che deve essere composta esclusivamente da aziende italiane. La Lega è ottimista anche sul fronte riaperture – si fa trapelare da fonti del partito -: insiste con la richiesta di allentare le restrizioni nelle zone dove il virus è sotto controllo, e plaude all’aggiornamento dei protocolli per eventi culturali e sportivi.

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