Salute

Catania: condannati per mafia e parenti tra percettori del Reddito di cittadinanza, 76 denunce

Redazione

Catania: condannati per mafia e parenti tra percettori del Reddito di cittadinanza, 76 denunce

Mar, 27/04/2021 - 09:47

Condividi su:

Su delega di questa Procura distrettuale della Repubblica, i carabinieri del comando provinciale di Catania hanno eseguito un decreto di sequestro preventivo delle carte di reddito di cittadinanza nei confronti di 76 persone, ritenute responsabili di aver ottenuto indebitamente il suddetto beneficio utilizzando dichiarazioni attestanti cose non vere nonche’ omettendo informazioni dovute.

Gli accertamenti avviati dai carabinieri del nucleo investigativo del reparto operativo, in collaborazione con i colleghi del nucleo ispettorato del lavoro di Catania, sono stati indirizzati ad indentificare quelle persone che, seppur in carenza dei requisiti richiesti dalla normativa di settore, usufruiscono ugualmente, direttamente o indirettamente, dell’erogazione del Reddito di cittadinanza. L’indagine ha consentito di appurare che tra tutti i cittadini denunciati ve ne sono 25, di cui 2 donne, che hanno personalmente richiesto ed ottenuto il beneficio pur essendo gravati da sentenze passate in giudicato per i reati di associazione di tipo mafioso o, come nel caso delle due donne, per truffa aggravata ai danni dello stato, circostanza ostativa alla concessione del beneficio.

Le rimanenti 51 persone, di cui 46 donne, hanno invece richiesto ed ottenuto il beneficio, omettendo di comunicare che all’interno del proprio nucleo familiare vi fosse tra i destinatari del reddito di cittadinanza anche un proprio congiunto gravato da sentenze di condanna definitive per associazione di tipo mafioso.

Tra i beneficiari sono emersi “uomini d’onore”, alcuni dei quali addirittura hanno richiesto e ottenuto direttamente il reddito di cittadinanza venendo pertanto anche denunciati, e soggetti ritenuti affiliati alle consorterie mafiose attive nel capoluogo etneo e in provincia. I piu’ numerosi sono risultati essere quelli della famiglia di Cosa Nostra etnea Santapaola-Ercolano (circa 50), ma non mancano anche elementi apicali e sodali ai Mazzei, Cappello, Laudani, Cursoti Milanesi, Pillera, Scalisi e Santangelo – Taccuni.

Tra i percettori ci sarebbero anche alcuni dei partecipanti al summit mafioso del 2009, presieduto dal capo pro tempore di Cosa Nostra catanese Santo La Causa, allora superlatitante, interrotto dall’irruzione dei militari del Nucleo Investigativo dei Carabinieri di Catania. Indebita percezione anche per l’autore di un efferato omicidio di mafia commesso nel 1999.

Percepiva il Rdc anche un elemento apicale di un clan che ha rinnegato il figlio diventato collaboratore di giustizia e destinatario di minacce consistite nell’affissione di necrologi per le vie del proprio paese all’indomani delle notizie relative alla sua collaborazione. L’importo complessivo riscosso indebitamente, a vario titolo tra l’aprile 2019 e il marzo scorso, e’ di oltre 600.000 euro ed e’ stato pertanto interessato l’Inps per l’immediata revoca del beneficio con efficacia retroattiva e l’avvio delle necessarie procedure di restituzione di quanto illecitamente percepito.

banner italpress istituzionale banner italpress tv