Salute

Vaccini, italiani spaventati: vacilla la “fiducia”, il 46% ‘aspetta’ siero “migliore”

Redazione

Vaccini, italiani spaventati: vacilla la “fiducia”, il 46% ‘aspetta’ siero “migliore”

Dom, 28/03/2021 - 09:52

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Sussulta la fiducia degli italiani nei vaccini anti Covid: nonostante oltre il 70% si dichiari pronto a vaccinarsi, nell’arco di un anno sono aumentati cinque volte (dal 7% al 37%) coloro che si dicono preoccupati per gli effetti avversi, in particolare in seguito allo stop temporaneo al vaccino AstraZeneca.

A fotografare il fenomeno è l’indagine di EngageMinds Hub, il Centro di ricerca del campus di Cremona dell’Università Cattolica, condotta su un campione di oltre 5.000 individui, rappresentativo della popolazione per sesso, età, appartenenza geografica e occupazione. I risultati indicano inoltre che il 46% preferisce attendere un vaccino “migliore” e che nell’ultimo anno si è ridotto dal 64% al 59% chi ritiene il vaccino capace di risolvere l’emergenza causata dalla pandemia.

Solo quattro su dieci, quindi, si dichiarano più ottimisti e sicuri grazie alla campagna vaccinale, mentre gli altri si dichiarano spaventati e fatalisti ed esprimono scetticismo per i rallentamenti finora subiti dalle vaccinazioni. “Più che aver spostato le intenzioni astratte verso la vaccinazione, i recenti fatti di cronaca legati al vaccino AstraZeneca hanno portato gli italiani a fare i conti con una difficile equazione psicologica tra ‘costi’ e ‘benefici’ del vaccino”, osserva Guendalina Graffigna, docente di Psicologia dei consumi e della salute all’Università Cattolica e direttrice dell’EngageMinds Hub, che ha realizzato l’indagine con Serena Barello, Lorenzo Palamenghi, Mariarosaria Savarese e Greta Castellini.

L’indagine è parte di un Monitor continuativo sui consumi alimentari e sull’engagement nella salute che rientra nelle attività del progetto Craft (Cremona Agri-Food Technologies) e del centro Ircaf (Centro di riferimento Agro-Alimentare Romeo ed Enrica Invernizzi). Più che dalla razionalità, i timori nei confronti dei vaccini sembrano dettati da un atteggiamento “tutt’altro che razionale, in cui le ragioni della scienza sembrano scontrarsi, o mischiarsi, con le valutazioni idiosincratiche e psicologiche dei cittadini”, rileva ancora Graffigna.

Secondo la ricercatrice le notizie recenti sul vaccino AstraZeneca “hanno ulteriormente polarizzato le posizioni tra strenui sostenitori della vaccinazione e no-vax. Coloro che si dichiarano per principio pronti a vaccinarsi e a difendere il valore dei vaccini mostrano infatti “un trend in netto aumento rispetto a maggio”, tanto che attualmente “ammontano a un 41% degli italiani (rispetto al 21% di maggio) cui va ad aggiungersi un 7% di già vaccinati e un 21% di cittadini che ritengono probabile vaccinarsi”.

Al polo opposto, prosegue, “si collocano i cosiddetti no vax, cioè coloro che da sempre si dichiarano contrari e sospettosi verso le vaccinazioni”: i dati segnalano “uno zoccolo duro che ammonta al 13% di cittadini e che rimane tendenzialmente costante con il passare dei mesi. Ad assottigliarsi nel tempo – conclude – è la fetta degli indecisi, che oggi è scesa al 18%”. 

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