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M5S, 15 senatori votano no al governo. Scintille Crimi con Lezzi e Rousseau

Redazione

M5S, 15 senatori votano no al governo. Scintille Crimi con Lezzi e Rousseau

Gio, 18/02/2021 - 09:07

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E’ un distacco, doloroso, ma non l’inizio dell’era glaciale. Nel Movimento 5 Stelle ormai è stata metabolizzata l’idea che il gruppo perderà altri pezzi, circa 20 tra deputati e senatori, con il voto di fiducia al governo di Mario Draghi. Un passaggio necessario per far fare ai Cinquestelle quel “drastico cambiamento di prospettiva” auspicato anche da Roberto Fico, oggi presidente della Camera ma in un passato molto recente tra i più convinti attivisti.

Se ne andranno – o saranno costretti a farlo – i 15 portavoce che hanno votato no in Senato all’ex Bce: Rosa Abate, Luisa Angrisani, Margherita Corrado, Mattia Crucioli, Fabio De Micco, Silvana Giannuzzi, Bianca Laura Granato, Virginia La Mura, Elio Lannutti, Barbara Lezzi, Matteo Mantero, Vilma Moronese, Nicola Morra, Cataldo Mininno e Fabrizio Ortis. Restano in bilico, invece, i sei assenti alla chiama: Giuseppe Auddino, Elena Botto, Antonella Campagna, Emanuele Dessì, Vincenzo Garruti e Nunzia Nocerino.

Una crepa larga, ma non lo ‘tsunami’ previsto dall’ala dei dissidenti.Se sarà mini-scissione, almeno a Palazzo Madama, ci sono i numeri per costituire un gruppo. L’idea che circola in queste ore è di tentare una joint venture politica con Italia dei valori, che pur non avendo raggiunto la soglia minima per eleggere parlamentari, ha presentato il proprio simbolo alle elezioni politiche del 2018. Conditio sine qua non per evitare il ‘purgatorio’ del Misto, secondo il Regolamento della Camera alta. A chi è riuscito a sentirlo nei giorni scorsi, il segretario di Idv, Ignazio Messina, non conferma l’esistenza di una trattativa ma non chiude nemmeno la porta. “Magari”, è infatti la risposta.

Di sicuro nelle ultime ore, se un negoziato è partito, ha subito un brusco stop a causa di una fastidiosa labirintite che ha colpito l’ex deputato e sindaco di Sciacca.Chissà se un progetto simile potrebbe ingolosire Alessandro Di Battista, che si è fatto di lato nel Movimento, di cui non riconosce né condivide la linea politica. Con lui si sono schierati diversi portavoce, prima tra tutti la senatrice Barbara Lezzi, sin dalle prime battute contraria all’appoggio ad un governo guidato da Draghi. Eppure l’ex ministra del Sud rientrava nella rosa di possibili candidati al nuovo Comitato direttivo a 5 dei pentastellati, che raccoglierà i poteri fino ad oggi affidati alla figura del capo politico.

Con un nuovo voto su Rousseau, infatti, la base ha approvato – 9.499 sì (79.5 %) contro i 2.448 no (20.5%) – le modifiche allo Statuto proposte agli stati generali, che riformano totalmente il sistema di governance M5S.Oltre a Lezzi, i nomi che circolano sono quelli di Luigi Di Maio, Paola Taverna e Stefano Patuanelli. Ma in corsa potrebbero esserci anche il presidente della commissione Affari costituzionali della Camera, Giuseppe Brescia, e l’eurodeputato Dino Giarrusso, molto apprezzato dagli attivisti sulle piattaforme social.

Candidature e voti potrebbero arrivare a stretto giro di posta, non oltre le prossime due settimane, suggerisce più di una fonte Cinquestelle, per chiudere la partita entro il mese di marzo. Anche se c’è chi vorrebbe lo switch di potere già ‘operativo’ dopo il voto.Anche in questo è Lezzi ad aprire le danze: “Dobbiamo tutti ringraziare Vito Crimi per il lavoro svolto” ma adesso “non può più decidere nulla in nome e per conto del M5S“.Un pressing corroborato anche da Rousseau, che chiede di “poter eleggere il prima possibile questo organo collegiale”, usando l’espressione “Inizia il conclave degli iscritti”.

Parole che fanno saltare la mosca al naso di Crimi, che replica colpo su colpo. A Lezzi, annunciando che “la mia funzione di reggenza, al contrario di quanto è stato erroneamente affermato, non è conclusa” ma “proseguirà fino a quando non saranno eletti i 5 membri del nuovo Comitato”, pubblicando la lettera di Beppe Grillo che certifica l’extra time. E risponde anche a Rousseau, sottolineando che “La vita politica del Movimento è coordinata dai suoi organi. Non è stato convocato alcun ‘conclave’ degli iscritti, che saranno coinvolti all’insegna della massima partecipazione, come è sempre stato”. Le acque sono più che agitate, in casa Cinquestelle.

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