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Mattarella risponde al giovane villalbese: “non cedere alla rassegnazione e credere nella potenzialità della Sicilia”

Carmelo Barba

Mattarella risponde al giovane villalbese: “non cedere alla rassegnazione e credere nella potenzialità della Sicilia”

Ven, 04/12/2020 - 09:18

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VILLALBA – Qualche mese fa, aveva scritto una lettera al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che tramite il suo consigliere direttore dell’Ufficio di segreteria, in questi giorni, ha risposto al mittente. Si tratta del giovane villalbese Sandro Gialì che presentandosi come , soccorritore volontario della Misericordia e volontario Pro Loco, nato l’11 ottobre 2002 a Palermo e studente presso l’istituto commerciale Hodierna di Mussomeli ha esternato alcune sue riflessioni. “Sono cresciuto in un piccolo paese della provincia di Caltanissetta, Villalba, un paese giovane vista la data ufficiale di fondazione, ma con un grosso bagaglio e valore storico-culturale, dovuto alle cure dei marchesi, dei cittadini, dei sacerdoti e dei sindaci che si sono susseguiti dal 1753 ad oggi”. E poi così continua. “Amo la cultura, la memoria e la storia del mio paese, e mai vi è nei miei pensieri l’idea di abbandonare questa splendida terra, il luogo per il quale i nostri avi hanno sofferto e lottato, basti pensare alla resistenza antiborbonica guidata dal marchese Palmeri per liberare in primis Villalba e Caltanissetta e gli abitanti del feudo di Villalba, con il loro piccolo ma grande ideale, hanno contribuito all’unificazione dell’Italia.

Dagli anni ‘50 ad oggi il paese, e tutto il circondario, sono scivolati lentamente sull’orlo del baratro, vista la totale mancanza di infrastrutture e le poche imprese che, ad oggi, esistono. Nonostante i tempi siano cambiati, l’agricoltura è ancora il motore del territorio, ma non si può pretendere che i giovani si dedichino totalmente all’attività primaria. Molti sono diventati medici, ingegneri, persone illustri e di certo Villalba e tutta la provincia di Caltanissetta non offre opportunità di sviluppo e specializzazione. Se da una parte non vi è aria di libertà e di cambiamento, dall’altra ognuno nel proprio piccolo tenta di fare qualcosa, l’unione fa la forza e la collaborazione ha dimostrato che Villalba ha voglia di vivere.

Noi giovani abbiamo bisogno di respirare, di tornare a lottare per la patria, ma sembra tutto così distante e freddo, gli organi amministrativi sembrano essersi dimenticati di noi. Giorno per giorno continuo a sperare che lo Stato si ricordi di noi, si ricordi dei sacrifici e delle lotte fatte dai nostri nonni per questa terra. Questa lettera non è la fine, ma di certo l’inizio di una nuova resistenza.

La Sicilia versa ogni anno alle casse dello Stato 7 miliardi di euro fra IVA e IRPEF; le imposte, insieme ai costi di produzione e sviluppo, mettono in difficoltà le aziende esistenti e negano la creazione delle nuove. L’entroterra non è assolutamente una terra povera, viste le grosse risorse naturali e culturali; allora perché non si riesce a sviluppare? Il problema principale è che non vi è un apparato solido; oggi la Sicilia, soprattutto l’entroterra, importa più del 90% dei beni consumati e la maggioranza di queste merci è prodotta al Nord del Paese.

Le cause di arretratezza e di non sviluppo non sono, però, solamene queste.

Non è giunto il momento di investire anche qui?

Musumeci aveva promesso aiuti alle imprese agricole siciliane, aiuti che sono arrivati solo ad alcune imprese e senza condizioni di utilizzo, in pratica “ittaru sulu sordi”.

Di cosa hanno bisogno le aziende dell’entroterra?

Abbassare i costi di produzione con l’innovazione tecnologica, così da poter essere competitive all’estero, e un ufficio regionale che aiuti le nostre aziende ad internazionalizzarsi.

In un mondo dove si ha sempre più bisogno di cibo, la terra del marchese Palmeri, che un tempo produceva i ¾ del miglior grano di Sicilia, deve restare a guardare? La Sicilia è tra le prime dieci regioni dell’Unione Europea a rischio di povertà con una quota del 40,7%.

Il 28% degli studenti abbandona la Sicilia, portando un contributo economico al Nord di oltre 3 miliardi di euro.

Perché non abbiamo diritto a rimanere nella terra dove siamo nati? Perché le istituzioni sono così lontane e fredde? Come posso esser fiero di essere cittadino italiano se ciò che amo di più, il mio paese, la mia terra, stanno morendo sotto i nostri occhi? Spero che queste parole abbiano descritto i bisogni di noi giovani Siciliani”

Questa la risposta ricevuta dal giovane Gialì: “Caro Sandro, Il Presidente della Repubblica ha ricevuto la cortese lettera  con la quale hai voluto  con lui condividere alcune riflessioni scaturite dalla difficile  e delicata condizione  della tua terra, e dal senso di incertezza nel futuro che grava, in particolare, su voi giovani.

Il capo dello Stato, estremamente sensiubile alle criticità evidenziate , ha preso atto delle tue considerazioni sul profondo disagio di vaste zone del Meridione, e non mancherà, in continuità con quanto già fatto, di richiamare l’attenzione delle Istituzioni e del Governo su tale problema, che è tema essenziale per un equilibrato sviluppo sociale e civile del Paese.

Con l’invito a non cedere alla rassegnazione e a credere nella potenzialità della Sicilia, alla quale è essenziale lo stimolo al cambiamento delle nuove generazioni che può e deve esplicarsi attraverso la loro partecipazione attiva alla vita politica e sociale, il Presidente Mattarella mi incarica di inviare a te e alla tua famiglia un saluto affettuoso, al quale mi unisco volentieri. (Simone Guerrini il consigliere direttore dell’Ufficio di segreteria del Presidente della Repubblica)

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