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Rassegna Stampa. Sistema Montante, “ombre” anche sul testimone chiave: “Prolungate le indagini su Cicero”

Davide Guarcello - ilSicilia.it

Rassegna Stampa. Sistema Montante, “ombre” anche sul testimone chiave: “Prolungate le indagini su Cicero”

Mer, 14/10/2020 - 19:07

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Il Gip di Caltanissetta Gigi Omar Modica ha respinto la richiesta di archiviazione delle indagini su Alfonso Cicero (ex presidente dell’Irsap) uno dei due grandi accusatori di Antonello Montante. L’ex presidente di Sicindustria ed ex paladino dell’Antimafia, in primo grado è stato condannato a 14 anni di reclusione, con l’accusa di associazione finalizzata alla corruzione.

Il giudice oggi ha accolto la richiesta dell’Avvocato Gioacchino Genchi, difensore di Salvatore Iacuzzo (ex direttore generale del Consorzio Asi), che aveva citato per diffamazione Cicero, a seguito delle sue accuse.

Il Gip ha ordinato di prolungare di altri 5 mesi le indagini su Cicero, “teste chiave” nell’inchiesta “Double Face”, che portò all’arresto dell’ex leader di Confindustria Sicilia. I due – Cicero e Montante – per Genchi avrebbero attuato «un piano per screditare l’avvocato Salvatore Iacuzzo, che era stato direttore dell’Area di sviluppo industriale di Caltanissetta dal 1998 al 2007, personaggio non gradito all’establishment di quello che è stato definito “Sistema Montante”».

LE “OMBRE” SUI RAPPORTI TRA CICERO E MONTANTE

La lunga memoria presentata dall’avvocato Genchi presenta un quadro storico dei rapporti tra Montante e Cicero, basato su accertamenti documentali, che lo stesso gip ritiene “doveroso ai fini di un maggiore approfondimento delle condotte oggetto di denuncia”.

“I due – si legge nell’atto di opposizione – prima dello sciogliersi dell’idillio che li aveva accomunati per tanti anni, hanno agito in perfetta sinergia nel coordinare le rispettive iniziative associative, politiche e giudiziarie, anche sulla scorta di informazioni riservate che provenivano loro da organi istituzionali, uffici giudiziari, appartenenti alle forze di polizia e ai servizi di sicurezza, oltre che dal mondo della finanza, dell’imprenditoria e dell’informazione”.

In particolare, Montante “ha fatto più volte riferimento quale fonte delle sue conoscenze e delle propalazioni calunniatorie proferite – fra gli altri, anche nei confronti dell’avvocato Iacuzzo – al contenuto delle denunce sporte dal Cicero a varie Procure della Repubblica della Sicilia”. Una di queste risale al 10 luglio 2014, giorno in cui Cicero aveva reso dichiarazioni alla Commissione Parlamentare Antimafia.

In quella sede, l’allora presidente dell’Irsap aveva fatto molti riferimenti all’avvocato Iacuzzo, tra le tante propalazioni aveva riferito che “il pentito Siino dichiarava, come risulta sempre dagli atti processuali, che al direttore generale dell’Asi Iacuzzo venivano prestati dei soldi”, accostandone in più occasioni il nominativo a ditte intestate a “prestanomi di boss mafiosi”.

Tuttavia, spiega Genchi, “in nessun verbale, né in nessun atto di indagine, ordinanza, sentenza, ecc. si è rinvenuta traccia delle predette dichiarazioni”. Da qui le accuse di calunnia, diffamazione e falsa testimonianza rivolte a Cicero. Dall’accurata analisi del traffico telefonico si evince che “non sono risultati contatti telefonici, né diretti, né indiretti, con le utenze al tempo in uso all’avvocato Salvatore Iacuzzo, con il quale il collaboratore di giustizia Angelo Siino non ha mai dichiarato di avere intrattenuto rapporti di alcun genere, nemmeno di semplice conoscenza, dell’esistenza della sua persona o delle attività dallo stesso nel tempo svolte”.

LA TESI DI GENCHI

«Se è vero, come è vero, che esisteva un “Sistema Montante” – ha dichiarato l’Avv. Genchi a ilSicilia.it – non può essere il solo Montante a pagare il conto con la Giustizia, anche per quanti sono scesi per tempo dal suo carro, dileguandosi come i ratti di una nave che sta per affondare. Il provvedimento del Gip di Caltanissetta, rende giustizia in uno dei tanti punti equivoci che aleggiano sul processo Montante con riguardo agli uomini delle Istituzioni, della politica, dell’informazione e degli apparati giudiziari, di cui Montante si è avvalso per affermare prepotentemente la logica di una falsa Antimafia affaristica, con la quale per oltre un decennio ha sostanzialmente diretto le regole del sistema politico, economico e giudiziario di questa Isola.

L’assurdo è – prosegue Genchi – che uno dei suoi più fidati collaboratori risulti addirittura come persona offesa nel processo che vede imputato Antonello Montante – con una spropositata condanna a 14 anni di carcere – quasi come se lui dovesse pagare i conti con la Giustizia anche per i suoi complici, che sono rimasti assenti da quel processo».

DA DUE ANNI GENCHI ATTENDE RISPOSTA DALL’ANTIMAFIA

Mentre la Procura di Caltanissetta dovrà fare un approfondimento sul disegno calunniatorio che avrebbero ordito Montante e Cicero ai danni di Iacuzzo, l’avvocato Genchi ha sollecitato al presidente della Commissione antimafia Nicola Morra il rilascio in copia “delle denunce e degli scritti autografi” depositate da Alfonso Cicero nel corso della sua audizione per avvalorare le sue dichiarazioni, dato che – come si evince dal resoconto stenografico corretto dallo stesso Cicero – sarebbero stati pure acquisiti dall’organo parlamentare.

La richiesta – presentata da Genchi il 23 agosto 2018 – non ha ancora ottenuto risposta.

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