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il Fatto dei Piccoli. Covid-19, la paura e le altre emozioni dei bambini: come accoglierle, come gestirle

Redazione

il Fatto dei Piccoli. Covid-19, la paura e le altre emozioni dei bambini: come accoglierle, come gestirle

Gio, 15/10/2020 - 22:10

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Aurora, sette anni, è sempre stata una bimba serena, anche se molto sensibile. Nelle ultime settimane, ha cominciato ad avere disturbi del sonno (ci mette ore ad addormentarsi) e comportamenti ossessivi (si lava le mani in continuazione) e si rifiuta di uscire in giardino. Se le chiediamo qualcosa su questi atteggiamenti ci dice di avere paura del coronavirus. Dobbiamo preoccuparci? (Mamma Viola e papà Francesco)

Le principali reazioni dei bambini al coronavirus

“Le reazioni dei bambini di fronte all’emergenza coronavirus sono state tante e diverse, a seconda dei bambini stessi, ma anche della storia e del contesto familiari, della disponibilità dei genitori a mettersi in ascolto e della loro capacità di autoregolare le proprie emozioni” afferma la psicologa Giusy Castiglioni  terapeuta dell’associazione EMDR Italia e specializzata nel lavoro con bambini e adolescenti.

Per esempio: “Alcuni bambini che facevano molta fatica con la scuola hanno reagito bene al lockdown, soprattutto all’inizio, perché l’hanno vissuto come una vacanza, un recupero della naturalità dei loro ritmi” racconta Castiglioni. “Altri sembrano non aver avuto alcuna reazione, ma questo non significa che non ci sia stato un impatto emotivo. Spesso in questi casi si tratta di bambini iperadattati alle situazioni, sempre puntuali e regolari, mai problematici, che sono abituati a non lasciar trapelare il loro mondo emotivo e a manifestare i loro bisogni”.

Altri hanno sofferto e soffrono della perdita delle routine di riferimento, manifestandolo con rabbia, nervosismo, svogliatezza o anche vergogna (vorrebbero esprimere la voglia di tornare a scuola o di vedere gli amici ma non si permettono di farlo perché sanno che per via dell’epidemia molte persone sono morte o sono state male), mentre per altri ancora sono arrivati vari tipi di paure. “Per esempio paura di uscire, paura di ammalarsi o di vedere ammalati i propri cari, del buio, oppure preoccupazioni molto forti relative a quanto durerà ancora la pandemia, se sarà possibile trovare una cura e così via” precisa la psicologa. Sottolineando che non sempre i bambini danno voce a queste paure, come è accaduto nel caso di Aurora (e ovviamente non possono verbalizzarle se sono ancora molto piccoli), ma possono manifestarle con differenti atteggiamenti, dal malessere fisico alla svogliatezza, di disturbi del sonno a quelli dell’alimentazione.

Non solo paura

Dunque, anche se la paura è l’emozione che oggi più facilmente identifichiamo come legata al Covid-19, sbaglieremmo a pensare che la provino tutti i bambini colpiti da un impatto emotivo della pandemia.

“In realtà i bambini tendono a prediligere il canale emotivo più tollerato dai genitori e che i genitori stessi sanno gestire meglio ed ecco perché oltre ai bambini impauriti oggi vediamo bambini che si arrabbiano per niente, oppure tristi e inclini a piangere per quelle che agli adulti sembrano cose da poco (come un gioco che cade e si rompe, ma il pianto per quel gioco che non si può più aggiustare può nascondere il timore che le cose non tornino più come prima), o convinti di non saper far nulla“.